Khaled Saray, meglio conosciuto come Khaled al Hayyany, dal nome della cittadina di Hayan da cui proveniva, era il comandante del Fsa 16° divisione.
Quelli, per intenderci, che in Europa sono conosciuti come moderati e pro occidentali, e che per il giornalista Amedeo Ricucci, rappresentavano la difesa della popolazione civile di aleppo Est.
Khaled Hayyany, ha il grande merito di essere riuscito nel impresa di farsi odiare praticamente da tutte le fazioni impegnate nel conflitto e dai civili aleppini.
Del passato ante rivoluzione, di quest’uomo si sa ben poco. Quello che sappiamo per certo però, è che con la sua divisione, nata praticamente da una banda di criminali, per lo più composta da parenti e amici, originari di Hayan, mise però un intera città a ferro fuoco.
Lui e i suoi uomini divennero ricchi potenti derubando e taglieggiando cittadini, industriali e agricoltori dei distretti aleppini di Layramoun, Shejk Maskoud, e della provincia nord di Aleppo.
Nel 2013 Edward Dark, di Al Monitor Middle east pulse (una delle più informate pagine di documentazione della rivoluzione siriana ) scriveva quanto segue :
《La sua infamia deriva dalle sue scappatelle ben documentati, tra cui saccheggio organizzato, sequestro di persona, estorsione, rapina e bombardamenti indiscriminati di civili adiacenti alle aree controllate dalla sua fazione con i cosiddetti Jehanem (Inferno) Canon (hells fire canon ). Insieme a molti altri signori della guerra infami, sperimento’ in tutta Aleppo un regno del crimine e terrore, e si distinse particolarmente per il suo disprezzo palese per la città di Aleppo e dei suoi residenti.
I suoi più scandalosi crimini sono stati effettuati nella zona industriale di Lairamoun, nella periferia nord di Aleppo, dove i suoi uomini hanno saccheggiato sistematicamente fabbriche e magazzini, spesso caricando tonnellate di merci in grandi camion. Hanno anche smantellato macchinari delle fabbrica, trasportando la roba oltre il confine in Turchia per essere venduti a commercianti senza scrupoli per una frazione del suo valore. Questo, come si può immaginare, ha causato grande costernazione e amarezza in tutta la città,che era un importante polo industriale della regione. Egli è anche accusato di aver chiamato i proprietari della fabbrica, offrendo a vendere di nuovo i loro merce rubata ad uno sconto, aggiungendo al danno la beffa.
Ma il crimine che è forse più noto è la presa e il successivo saccheggio di massa del quartiere Shiekh Maksud. I residenti ci hanno riferito che subito dopo che i suoi uomini hanno preso l’area, una mattina all’alba, decine di ladri d’auto sono arrivati in camioncini e proceduto a rompere con calma e scassinare tutte le auto parcheggiate, nessuna delle quali è stata lasciata da quel pomeriggio. Mentre si consolidava il suo controllo, avrebbe anche messo all’asta interi edifici o blocchi al miglior offerente, per essere saccheggiati . Si paga la quota, e si ottiene che i propri uomini e camion, rubano tutto quello che vogliono dalle case. Frigoriferi, lavatrici, televisori, mobili, vestiti – qualsiasi cosa potrebbe realizzare bottino. La mancanza di volontà o forse l’incapacità di altre “buoni” fazioni ribelli di ostacolare i suoi crimini ha fatto molto per danneggiare e screditare l’immagine dei ribelli nel suo complesso ad Aleppo […] ( http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2013/11/isis-hayani-badr-syria-aleppo.html#ixzz4WcaadYYp)
L’articolo , del 2013, continuava con la denuncia e condanna a morte in contumacia, emessa dal tribunale islamico dello stato islamico di Iraq e Siria, affiliato a Alqaeda, Che vede gli abitanti di Aleppo più che felici di vederlo morire , anche se nelle mani dello Stato islamico di Iraq e al-Shams aftiliato Alqaeda(ISIS).
Il pezzo aggiunge anche la rivelazione che Isil Il gruppo ha già eliminato un altro signore della guerra noto, Hasan Jazara, catturato nel quartiere di Sakhur insieme ad alcuni dei suoi uomini, e ISIl (al epoca si usava l’aggettivo Sham )ha spazzato loro via, in diverse aree di Aleppo fine del mese scorso.
《E ‘stato riferito, che Hasan è stato condannato a morte per i suoi crimini. La sua esecuzione doveva essere tenuta 31 ottobre, ma non vi è stata alcuna conferma che è stata effettuata. ISIS, da parte sua, avviato una una campagna mediatica intelligente sostenendo che è in atto uno spurgo dei combattenti ribelli di traditori, collaboratori e criminali. Dopo aver assunto la città di confine di Azaz, distruggendo il ribelle fazione Asefet el Shamal (Brigate Nord) con l’accusa di collaborare con gli Stati Uniti e intelligence tedesca, ISIS ha ora messo gli occhi su altre aree strategiche ad Aleppo, per sradicare le milizie rivali, e usa come pretesto L’ accusa di attività criminale. […]》
L’articolo di Dark, usava materiale video di propaganda del Isil da dentro Aleppo, successivamente cancellato da YouTube e si integrava con le foto, del bottino sequestrato, che i membri di Isis , allora ricordiamo ancora alleati di Alqaeda e di altre fazioni, rimettevano come capi di accusa contro Hayyany .
Un pezzo, questo di Monitor Middle east, ( le immagini ) importantissimo, perché è il punto di vista di una testata e di un giornalista, che non possono certo essere accusati di sostenere il Regime siriano.
Non ci aspettiamo che la banda di esperti nostrani, ovvero i vari Ricucci, Rouehia, Shady Hamady, Cremonesi, Dabous, Declich, Delgrande, siano a consocenza dei crimini e della natura della 16° divisione, per il semplice fatto che hanno dimostrato di conoscere della Siria solo quello che le loro fonti e se stessi, riportavano uno al’altro, in una catena autoreferenziale, dove per diventare accreditati, era necessario specializzarsi nel Anti Regime.
Parlando però con aleppini in Italia, che pure simpatizzavano per la rivoluzione, essi mi rivelavano che in tutta la città, lealisti , neutrali o oppositori, avevano imparato a conoscere Hayyany e odiarlo (ad eccezione ovviamente dei suoi sodali ).
Al Hayyany, nonostante il numero di nemici, crebbe di potenza, a partire dal 2013 , grazie anche ai soldi che guadagnava e faceva guadagnare in Turchia, e divento’ un elemento necessario, oltre che temuto, al consiglio siriano nazionale (l’organo che dovrebbe coordinare l’opposizione armata ).
La sua fazione non si fece mancare i missili tow o i giocattolini Nato , essendo infatti ufficialmente moderata (e potendosi letteralmente comprare l’appoggio di referenti dei servizi turchi ), ma quello che è a mio avviso peggiore, è che soltanto nel 2016, apparira in Italia (e forse in Europa ), un articolo su questa figura criminale. Questo nonostante tutta Aleppo, ivi comprese alcune Onlus, che generalmente raccolgono le voci dell’opposizione, avessero denunciato il regime di terrore della “Fourqa Sittash” ,ovvero la ” Sedicesima divisione”.
Precedente (2014) l’agenzia di Stampa Ansa, si era limitata a una nota informata, in cui Ondus (una Ong ), denunciava che “Un gruppo criminale ” compieva rapine, stupri, sequestri di persona, torture. Slegando però il tutto dal nome Free Syrian Army (come se un crimine dalla Guardia Repubblicana, diventasse un azione di una banda di criminali) e ogni connotato politico .
Siria: Ondus, decine civili torturati
Ad Aleppo da banda criminali dediti a saccheggio e rapimenti
11 aprile, 16:16
(ANSA) – BEIRUT, 11 APR – Miliziani siriani, sedicenti ribelli anti-regime, hanno torturato decine di civili ad Aleppo.
Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), precisando che “numerose persone intervistate dall’organizzazione sono state liberate dopo giorni di detenzione nelle mani dei ribelli nel quartiere di Ashrafiye”. Secondo le testimonianze, il responsabile delle torture è tale Khaled Hayyani, capo di una banda di criminali dediti al saccheggio e ai rapimenti. (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/04/11/Siria-Ondus-decine-civili-torturati_8536728.htm)


《 […]Sul punto più alto c’è la casa dell’ex comandante ribelle Khaled Al-Hayani, ucciso in un raid. Era a capo della famigerata Fourqa Sittash, la Divisione Sedici, alleata di Al-Nusra. Youssef Brahim, uno dei pochi abitanti che non ha mai lasciato il quartiere perché con i suoi dieci figli non sapeva dove andare, racconta il regime del terrore. Lo stesso Al-Hayani trascinava con la sua auto, lungo le strade, i cadaveri delle «spie» giustiziate senza pietà. Anche sedersi sullo scalino davanti casa era pericoloso. «Un giorno hanno preso una ragazzina. Le hanno legato una gamba a una macchina e una a un’altra. Poi l’hanno squartata. E tutti dovevano guardare. Per non finire ammazzati》(http://www.lastampa.it/2016/09/28/esteri/assad-strappa-ai-ribelli-un-altro-pezzo-di-aleppo-6SVq8hDzE27pzFa971OHhK/pagina.html)
Non possiamo non fare i complimenti a un giornalista che con soltanto 3 anni di ritardo, è riuscito a raccontarci cosa stava succedendo ad Aleppo.
Visto che molti suoi colleghi ancora sostengono che Aleppo non era da attaccare, perché la non c’era Isis, ma soltanto l’esercito libero siriano, lo prendiamo come un progresso.