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Come portavoce delle tribù libiche, diamo molta importanza alla sua valutazione dell’attuale situazione nel Paese. E’ noto che Muhammar Gheddafi fu per molto tempo nemico dei gruppi fedeli ad Al-Qaeda. Credeva che per essere un rivoluzionario, si dovesse lottare per la propria terra, e i gruppi di Al-Qaeda stavano combattendo dappertutto, quasi come fossero mercenari pagati per portare a termine il lavoro in più Paesi. Gheddafi credeva, inoltre, che questi gruppi non rappresentassero il vero Islam; tutti noi, poi, sappiamo che era un uomo dalle idee liberali sulle donne, molte di loro facevano parte dell’Esercito libico e della sua guardia del corpo e via dicendo.
Gheddafi ha bandito i partiti politici, tra cui i Fratelli Musulmani, e anche suo figlio, Saif al-Islam Gheddafi, ha seguito la sua stessa linea. I gruppi estremisti islamici erano contrari al concetto di Esercito popolare, il quale prevedeva per tutti i libici l’addestramento militare nelle caserme, nelle università e nelle scuole secondarie. Questi gruppi estremisti erano particolarmente avversi all’addestramento militare per le donne. Hanno respinto il concetto nel Libro Verde secondo cui la base della legge è il Santo Corano o le Tradizioni , escludendo così la Sunna del Profeta Maometto (i suoi atti e detti) dall’essere considerata una base legale. Hanno respinto l’atteggiamento liberale di Gheddafi nei confronti delle donne, che permetteva loro di ottenere un’istruzione superiore, di assumere un lavoro per le loro qualifiche, non le rinchiudeva dentro le loro case e non prevedeva per loro il così detto ‘abbigliamento musulmano’.
I gruppi legati ad Al-Qaeda in Libia, come il Gruppo Combattente Islamico Libico, e personaggi some Abdelhakim Belhadj, si sono uniti agli americani nel 2011 e hanno supportato la rivolta militare contro Gheddafi. Abbiamo poi visto come, ad esempio, Belhadj è diventato uno degli uomini più ricchi dell’Africa, e con lui è cresciuto un certo numero di attuali warlords libici. Lei si sente di condividere l’accusa contro gli americani e la NATO per aver effettivamente collaborato con i gruppi di Al-Qaeda per cacciare Gheddafi nel 2011?
Non è un segreto che gli Stati Uniti e i Paesi membri della Nato, insieme ai loro Paesi arabi satelliti, abbiano collaborato per cacciare Gheddafi. Ci sono delle motivazioni per questo. Gheddafi tenne un discorso di fronte all’Assemblea Nazionale dell’ONU in cui umiliò le superpotenze del Consiglio di Sicurezza. Precedentemente, bloccò il progetto di Sarkosy per la creazione dell’Unione per il Mediterraneo, costringendolo a trasformarlo nell’Unione per la Difesa del Mediterraneo. Gheddafi ha anche stabilito i satelliti africani, privando la Francia delle quote di telecomunicazione pagate ogni anno dagli africani per i satelliti europei. Muhammar stava per introdurre il Dinar africano, e avrebbe privato la Francia dal controllare i suoi Stati francofoni in Africa. Il dinaro d’oro avrebbe unito l’Africa sotto un’unica valuta, dando potere alle Nazioni africane per liberarle dal dominio economico occidentale. Questa nuova valuta, poi, avrebbe anche potuto sfidare il dollaro statunitense, dal momento che petrolio, gas e commercio africano erano principalmente in dollari USA. Gheddafi stava per istituire l’Organizzazione del Trattato del Sud Atlantico – South Atlantic Treaty Organization, SATO -, un’organizzazione economica e militare paragonabile alla NATO che si sarebbe trasformata in realtà, se il Vertice Africa e Sud Africa avesse avuto l’opportunità di riunirsi in Libia nel settembre 2011. E’ questo il motivo per cui gli Stati Uniti e i suoi alleati erano pronti a collaborare con Al-Qaeda, gruppi terroristici islamici o figure come Abdlehakim Belhadj. Tutti sapevano che quest’ultimo venne arrestato in Afghanistan con Osama Bin Laden e Al-Zawahiri, e venne poi trasferito nella prigione di Guantanamo. Anche qui si può vedere quanto le politiche occidentali siano state contraddittorie, dal momento che gli USA erano più che disposti a usare un terrorista di Guantanamo, e lo hanno messo al potere in Libia per cacciare Gheddafi. Quando Gheddafi ricevette Abdelhakim Belhadj in Libia da Guantanamo, il regime lo arrestò. In seguito, gli Stati Uniti iniziarono ad esercitare pressioni su Gheddafi affinché liberasse i prigionieri affiliati a Al-Qaeda, per mostrare benevolenza agli americani. A quel tempo, Gheddafi sapeva che la distruzione dell’Iraq e l’uccisione di Saddam Hussein erano il risultato della disobbedienza irachena, dopo che il Paese non aver fatto quello che gli Usa volevano. Sia Gheddafi che suo figlio, Saif Al-Islam Gheddafi, sapevano bene che alla Libia sarebbe spettato lo stesso destino dell’Iraq se non avessero accontentato le richieste di Washington, liberando i prigionieri di Al-Qaeda. C’è anche un’immagine che ritrae Saif Al-Islam Gheddafi insieme a Belhadj mentre liberano i prigionieri, un’immagine che avrebbe dovuto alleviare le pressioni occidentali ed evitare lo stesso destino iracheno. In retrospettiva, ovviamente, la distruzione della Libia è avvenuta comunque. Mustafa Abdul Jalil, Ministro nel Governo di Gheddafi dal 2007 e poi leader del Governo ad interim appoggiato dall’Occidente nel 2011, fece gradi pressioni per liberare i prigionieri di Al-Qaeda detenuti per aver cercato di uccidere Muhammar Gheddafi. Fin qui si è spinto Gheddafi, ha liberato benevolmente i prigionieri, ma questi lo tradirono e divennero un potente gruppo armato nella rivolta contro Gheddafi e il Governo Verde, supportato dagli Stati Uniti, Qatar e Occidente.
Attualmente la Libia è tormentata da uccisioni di massa, massacri, rapimenti, uomini e donne vengono stuprati e la popolazione vive costantemente nella paura. Per favore, ci spieghi i dettagli e ci racconti qual è oggi la situazione.
Oggi la situazione in termini di sicurezza è disastrosa. Nel Paese ci sono più di tre forze governative. Una si trova a est, una seconda a Tripoli, una terza forza governa autonomamente Misrata e un’altra forza autonoma si trova a Bani Waleed. Il Parlamento a Tobruk, a est, è diviso e raramente si incontra. Haftar, comandante dell’esercito in Oriente, sta scatenando le sue milizie contro i suoi oppositori per costringere le persone a nominarlo de facto Presidente del Paese. Nelle milizie occidentali il caos è in dirompente, nonostante vi sia il cosiddetto Governo di riconciliazione, che controlla a malapena il centro di Tripoli. Quest’ultima è sotto il controllo dei signori della guerra, che si trovano nella stessa Tripoli e nelle sue periferie. Misrata, circa a 200 km a est di Tripoli, aiutata all’inizio da Turchia, Qatar e oggigiorno dall’Italia, minaccia Tripoli con le sue forti milizie guidate da Salah Badi. Misrata è a favore dell’ex-Congresso nazionale, ora sotto il nome di Congresso Supremo di Stato, presieduto da Abdurrahman Sweihli di Misurata, un terrorista civile dall’orientamento politico. Tripoli stessa è controllata da diverse milizie da quando il Gruppo Combattente Islamico Libico, Abdulhakim Belhaj, Mahmoud Sherif e altri sono stati espulsi dalla zona, dopo che il loro sostenitore, ovvero il Qatar, è stato emarginato dai sauditi e dai loro alleati. Ora il controllo è ‘rafforzato’ dalla cosiddetta Brigata Rivoluzionaria di Tripoli guidata da Haitham Tajouri. Questa Brigata è composta principalmente da milizie guidate da Hashim Bishr, Ghnewa al-Kikli e lo stesso Haitham Tajouri, insieme ad altre ‘semi-milizie’.
Chi, secondo lei, oggi starebbe guidando i signori della guerra in Libia?
I warlords della Libia di oggi sono gli americani e gli Emirati, i principali sostenitori del cittadino americano, Khalifa Haftar, il quale ha vissuto per 20 anni negli Stati Uniti e ha collaborato con la CIA e l’FBI. Haftar ha dato informazioni agli americani su Gheddafi, e ha vissuto negli Stati Uniti fino al 2011, anno in cui è tornato in Libia con gli americani. Quando venne arrestato nella guerra in Ciad, fu trasferito negli USA e da allora inziò a collaborare con il Governo statunitense. Khalifa Haftar voleva il potere di Gheddafi e per questo diede di proposito informazioni false agli Stati Uniti. Esistono prove di quello che sto dicendo. Il giorno in cui il Presidente Barack Obama ha lasciato la stanza ovale, gli è stato chiesto dalla stampa quale fosse la peggior decisione presa durante la sua carriera, e la sua risposta era vera: la guerra in Libia contro Gheddafi, in quanto avevano ricevuto informazioni false. Haftar, Abdelhakim Belhaj, Mostafa Abdel Jalil, Jibril e molti altri volevano prendere il posto di Gheddafi. Misrata è supportata dal Qatar, molte delle milizie sono appoggiate dai francesi e dagli italiani. Il Governo di Tripoli è supportato dalla Francia, Inghilterra e dall’Italia, mentre gli islamisti radicali sono appoggiati dalla Turchia, Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati e Qatar. Sappiamo anche che Israele è coinvolto.
Perchè l’Occidente guarda in silenzio gli orrori e le atrocità libiche di oggi? E’ un problema che la maggior parte dei media arabi sia controllata dai sauditi, ed è per questo che ne sentiamo parlare così poco e ci arrivano così poche notizie?
La risposta è molto semplice. Vogliono nascondere il fatto che siano stati proprio loro gli artefici di questo crimine contro il popolo libico e della demolizione della sovranità libica. E’vero che l’Arabia Saudita controlla i media arabi, anche il Qatar con ‘Al-Jazeera‘ e altri. Sono passati 7 anni, e non meno di 3 milioni di libici sono dislocati o sfollati, decine di migliaia sono rinchiusi in prigioni non ufficiali controllate dalle milizie, dove ogni giorni uomini, donne e bambini sono vittime di torture di ogni genere e soggette a pena di morte. Migliaia di persone vengono rapite per soldi o per ragioni politiche. La legge del ‘potere bruto’ domina al posto della legge per proteggere civili. Dov’è il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adesso? Perchè i media occidentali trascurano completamente e non menzionano la terribile situazione in cui vivono i libici?
Ci racconti, per favore, la situazione nelle prigioni in Libia, spesso gestite dagli stessi warlords che sequestrano le persone e le rinchiudono per anni nelle prigioni senza alcune prove di accusa. Perchè Amnesty International e la Croce Rossa sono così completamente inefficienti in Libia? Si trovano lì solo per per fare scena?
Si, sfortunatamente la situazione nelle prigioni in Libia è veramente orribile. Torture, atrocità, uccisioni e stupri. Iniettano anche droghe pesanti ai prigionieri, come l’eroina, così da dare loro dipendenza. Ci sono video che lo provano e immagini che possono dire più di mille parole. Torture inumane e orrende, come immergere i prigionieri in olio o acqua bollente fino a vederli morire. Persone crocifisse con le unghie incastrate in diverse parti del corpo, come se fossero oggetti e no esseri umani. Li bruciano e li torturano come nel 1800, tagliando alcune parti del loro corpo. Uomini e donne vengono stuprati e sessualmente tormentati. C’è una documentazione fotografica di tutto ed è un materiale davvero orrendo. Tutto questo adesso sta per essere ufficialmente documentato – sono stati riportati e registrati caso per caso – e il materiale verrà utilizzato per accusare i signori della guerra responsabili delle prigioni private e degli ultimi massacri. Fortunatamente, la popolazione libica è molto intelligente, sta scattando foto con i cellulari per documentare le torture e le uccisioni. Questo tipo di documentazione ha enormemente aiutato il nostro lavoro. Le donne sono costrette a drogarsi per poter lavorare come escort private e in ‘case private’. Vengono somministrati loro alcool e ecstasy. Se una donna è incinta, le viene imposto l’aborto, che viene eseguito nelle prigioni da un medico non certificato e in maniera non professionale. Molte donne sono morte dopo l’aborto per il dolore o per emorragia. Tutto questo è stato riportato dalle famiglie e dagli attivisti per i diritti umani. Le famiglie, però, si guardano bene dal testimoniare in pubblico quanto accaduto, così da evitare che le milizie vadano poi nelle loro case e rapiscano altri bambini. Le prigioni private sono diventate un commercio redditizio per i warlords. Questi estorcono e ricevono denaro dalle famiglie dei prigionieri, che pagano per farli liberare. Molti detenuti sono stati costretti dalle milizie a firmare contratti che prevedevano la cessione dei loro averi, ad esempio case o terreni. Questo è il modo in cui i criminali signori della guerra traggono profitto dalla sofferenza della popolazione libica. Mi dispiace dire queste cose orribili, ma incidono persino i loro nomi con i coltelli sulla fronte dei prigionieri. Molte persone vengono mentalmente tormentate e muoiono sotto questo tipo di tortura. Alcuni sono stati liberati dai tribunali, ma i miliziani non obbediscono alle sentenze della corte e continuano a torturarli e ucciderli. Abbiamo una buona documentazione su questo. Come, ad esempio, lo scandalo della prigione el-Rwimi, e l’ultimo scandalo, durante il quale 49 persone sono state torturate e uccise, presumibilmente da Osama el-Jwili. Nessuno si preoccupa per loro. Al Jawili trattiene ancora alcuni prigionieri, ma alle loro famiglie non è permesso visitarli. Poco tempo fa, 50 persone sono state uccise a Bengasi, presumibilmente da Khalifa Haftar e suo figlio Saddam. Quest’ultimo ha una brutta nomina nel Paese e la gente lo teme. Ogni giorno muoiono prigionieri. Nessun aiuto della Croce Rossa o di Amnesty International sul territorio. Per quanto riguarda Amnesty, li ho contattati e sono andata nelle loro sedi, ma non volevano nemmeno ascoltare. Li ho persino invitati a un incontro su questa crisi, ma non fanno nulla.
Quale crede possa essere una soluzione e una via per la pace in Libia?
La soluzione è un’elezione democratica, durante la quale nessuno di questi signori della guerra terrorizzi la popolazione. E’ il popolo a dover scegliere il proprio leader. I libici devono scegliere chi deve governare la Libia. Noi crediamo nella sovranità nazionale. Quest’anno Saif Al-Islam Gheddafi è un candidato ed è assai popolare tra i libici. Saif lavora molto per l’unità tra le tribù e tutti i libici, e esprime il bisogno di riconciliazione e pace. Ha avuto un’ottima educazione, ha un buon curriculum nell’aiutare il popolo libico e non ha commesso atrocità, come il grande orrore che viviamo ora. Gestiva grandi progetti di costruzioni abitative per il popolo libico, era stato coinvolto in progetti di beneficenza in tutta l’Africa e lavorava per una stampa libera. Ha anche spinto per la formazione di una Costituzione e ha lavorato per garantire istituzioni democratiche durante il regno di suo padre, Muammar Gheddafi. È qualificato ed è contrario alla divisione del Paese. Vuole portare la pace alla gente e creare stabilità in Libia sotto un unico Governo.
Preso da: http://www.lindro.it/esclusiva-spietato-controllo-delle-milizie-sofferenza-massa-causa-della-guerra-della-nato-libia-nel-2011-portavoce-delle-tribu-libiche-la-dottoressa-linda-ulstein/3/