Bizzi: «Governi pagati da OMS e FMI per imporre il lockdown»

Sono uno storico, uno scrittore e un giornalista freelance. È dallo scorso mese di gennaio, con l’introduzione in Italia dello stato d’emergenza da parte del governo di Giuseppe Conte, che mi sento in guerra, letteralmente catapultato notte e giorno in una trincea. Mi sento in guerra non certo contro un “virus” o un nemico invisibile, ma contro un governo totalmente eterodiretto da forze e poteri molto pericolosi che hanno messo in scena un vero e proprio colpo di Stato globale, finalizzato alla progressiva riduzione e cancellazione della democrazia, della libertà e dei diritti civili, alla repressione di qualsiasi dissenso e all’instaurazione di una dittatura mondiale tecnocratico-sanitaria che definire di stampo orwelliano sarebbe un complimento. Tale piano, che va avanti indisturbato già da molti anni e che si pone purtroppo anche altri obiettivi molto più pericolosi, ha coinvolto la maggior parte dei governi mondiali e alcuni europei in particolare. Non tutti i governi europei si sono approcciati all’Operazione Corona nello stesso modo, anche se, almeno nella fase iniziale, l’hanno generalmente sostenuta, anche perché sapevano che sarebbe stata funzionale a un reset finanziario globale dal quale non volevano rischiare di restare esclusi.

in alcuni paesi scandinavi, in Svizzera, in Croazia e – in parte – anche in Germania, questa operazione è venuta presto a scontrarsi con la solidità dei sistemi democratici e ci sono stati notevoli ripensamenti, se non addirittura dei chiariNicola Bizzitentativi di smarcamento. In altri paesi, come ad esempio in Italia, Spagna, Francia, Serbia e Bulgaria, l’operazione è stata invece portata avanti con maggiore forza e violenza. Questo è potuto avvenire sia per via di crescenti pressioni internazionali che grazie a sostanziosi incentivi economici provenuti da organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tutti i governi europei erano stati messi al corrente già dal mese di settembre del 2019 di cosa sarebbe successo, e hanno ricevuto enormi finanziamenti clandestini (nel senso di non ufficialmente dichiarati): una vera e propria pioggia di denaro, non certo destinata a finanziare e potenziare la sanità e gli ospedali, ma esclusivamente per dichiarare il lockdown e garantirne la tenuta attraverso un massiccio potenziamento delle forze dell’ordine.

Non sono in grado di sapere quale sia l’esatto ammontare di questi finanziamenti, anche perché sono stati sistematicamente coperti da segreto di Stato, e perché sono stati diversi da paese a paese. A rompere la diga è stato il presidente della Bielorussia Aljaksandr Lukashenko, che notoriamente si è sempre rifiutato di adottare nel suo paese alcuna misura di emergenza, di lockdown o di “distanziamento sociale”. In una riunione del governo bielorusso ha dichiarato di aver ricevuto una cospicua offerta in denaro (92 milioni di dollari) da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché facesse «come in Italia». Offerta che, dopo il secco no di Lukashenko, sarebbe stata in poche settimane addirittura decuplicata: ben 940 milioni di dollari, questa volta offerti dal Fondo Monetario Internazionale, accompagnati dalla medesima richiesta: chiudere tutto e fare “come in Italia”. Non a caso, dopo questa coraggiosa presa di posizione, Lukashenko è stato demonizzato dalla “comunità Aljaksandr Lukashenkointernazionale”, è stato accusato di brogli elettorali e stanno tentando di rovesciarlo con una ridicola e meschina rivoluzione “colorata” finanziata da criminali come George Soros e alimentata da personaggi di squallore, servi del potere globalista, come Bernard-Henri Lévy.

Cosa si sarebbe impegnato a fare esattamente Aleksandar Vučić per quei soldi? Ho contatti nell’ambiente dell’intelligence, sia in Italia che in altri paesi, e mi hanno confermato che il governo italiano ed altri governi europei, incluso quello della Serbia, hanno ricevuto e accettato questi finanziamenti occulti. Non posso sapere con certezza come Aleksandar Vučić li abbia impiegati, ma so che in Italia sono stati destinati al potenziamento delle forze dell’ordine per la gestione e la tenuta del lockdown e per corrompere i media, affinché mantenessero alto il clima di paura per il “virus”. Molto probabilmente la stessa cosa è accaduta in Serbia, ma deve essere il popolo serbo a pretendere e a ottenere la verità. Se ci sono ancora in Serbia politici con le mani libere, devono trovare il coraggio di chiedere al loro governo quanto denaro ha realmente ricevuto e come lo ha speso. Sono stato uno dei primi giornalisti al mondo a denunciare tali questioni attraverso il sito www.databaseitalia.it. I popoli hanno il diritto di conoscere la verità.

Finanziamenti segreti per adottare il lockdown e per appoggiare la psy-op dell’Operazione Corona sono stati offerti alla maggior parte delle nazioni, a dimostrazione del fatto che si è trattato di un vero e proprio colpo di Stato globale. Questo è accaduto in Canada, Australia, America Latina, Medio Oriente, Asia e Africa. Molti leader africani, in particolare i presidenti Il serbo Aleksandar Vucicdella Tanzania, del Burundi e del Madagascar hanno pubblicamente denunciato questi tentativi di corruzione e hanno preso le distanze dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dimostrandosì così molto più liberi e coraggiosi dei leader europei. Sicuramente tutti i paesi dell’Europa Sud-orientale hanno raggiunto simili accordi, compresi Romania, Bulgaria, Albania, Montenegro e Macedonia, ma non conosco gli importi di tali finanziamenti. In Grecia e a Cipro ci sono state maggiori resistenze politiche, e la Chiesa Ortodossa ha avuto molto peso nella difesa della democrazia e della libertà dei cittadini. Questa è una guerra contro i nostri diritti, contro la democrazia e per la distruzione della nostra stessa civiltà. Tutti i popoli d’Europa devono ribellarsi e lottare per il proprio futuro.

(Nicola Bizzi, “Sapevano del coronavirus dallo scorso autunno, il presidente serbo Vučić ha preso i soldi”, da “Database Italia” del 7 settembre 2020. «Sono passate poche settimane da quando il suo articolo in esclusiva per “Databaseitalia.it” ha fatto il giro del mondo», scrive Davide Donateo ricordando la denuncia di Lukashenko sottolineata da Bizzi, «scoperchiando il sistema con cui il Fmi è riuscito a “convincere” i governi ad entrare in lockdown, seguendo il modello italiano». In un’intervista rilasciata per l’importante sito serbo “Srbin.info”, Bizzi ha alzato la posta rivendicando la veridicità di ogni parola di quell’articolo, aggiungendo ulteriori dettagli. «Amo molto la Serbia, parlo la vostra lingua e ho studiato la vostra storia», dice Bizzi, editore di Aurola Boreale, rivolgendosi ai serbi. «Ho vissuto a lungo nel vostro paese negli anni ’90 e ho avuto l’onore di conoscere e incontrare Slobodan Milošević», aggiunge. «Ero molto amico di Dragoš Kalajić, un grande intellettuale, artista e patriota, e ho lavorato con lui per difendere nel mondo l’immagine e l’onore della Serbia»).

https://www.libreidee.org/2020/09/bizzi-governi-pagati-da-oms-e-fmi-per-imporre-il-lockdown/

Contributo illuminante al pezzo:

Il momento in cui il presidente serbo A. Vucic apprende da Trump che  lui sta per spostare  l’ambasciata della Serbia in Israele,  a Gerusalemme:

https://twitter.com/carlbildt/status/1302339768538324994

Preso da: https://www.maurizioblondet.it/idee-libre-friends-libre-news-recensioni-segnalazioni-bizzi-governi-pagati-da-oms-e-fmi-per-imporre-il-lockdown/?fbclid=IwAR2nd66ZgOFtdea8pR7gcwUwB_OAoDaVrTel45XV9ZGGVLU4I2ZVtoJeySQ

IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Andrea Cecchi, 12 maggio 2020.

Può un virus arrivare proprio nel momento esatto per essere considerato come una vera e propria benedizione? Sarebbe quasi un’eresia rispondere di si. Invece, per gli operatori finanziari, è proprio ciò che è accaduto.

Ricapitoliamo.

A giugno 2019 il mercato dei REPO stava iniziando a collassare mostrando segnali di pericolo sistemico.  La maggior parte della gente non sa neanche che cosa siano i REPO.

 

In pratica sono operazioni di pronti contro termine con cui le banche e i maggiori operatori economici si scambiano asset (principalmente titoli di stato) con operazioni di durata brevissima allo scopo di ottenere liquidità istantanea per le ragioni legate soprattutto al rischio controparte che scaturisce da operazioni altamente speculative nel mercato dei derivati.  Il campanello d’allarme inizia a suonare a giugno. A settembre 2019 la situazione diventa preoccupante. Quanto preoccupante? Tipo da “mani nei capelli e bocca spalancata” preoccupante.

Un Report della Banca Regolamenti Internazionali (B.I.S.), la banca centrale che governa tutte le altre banche centrali del mondo, lancia l’allarme e “stranamente” omette di fare i nomi delle 4 principali banche di Wall Street che sono coinvolte. Avverte che il problema si sta espandendo contagiando anche il mercato delle valute.

Si tratta del mercato con cui le banche europee ed extra europee ottengono dollari per le loro necessità operative per le operazioni denominate in dollari americani. Anche questo settore funziona in modo analogo ai Repo e  di conseguenza il problema si diffonde e diventa globale.  La Federal Reserve risponde all’appello accorato delle banche che si trovano in pericolo mortale per mancanza di liquidità e provvede ad aprire una linea di approvvigionamento straordinaria di 350 miliardi di dollari al giorno che in alcuni casi toccano anche punte di oltre 800. Ma non basta. Il panico non si ferma. Ad aggravare la cosa, entrano nel giro delle scommesse dei REPO anche i maggiori Hedge Fund che usano i soldi raccolti dai maggiori fondi pensione (si, anche l’Inps) per fare guadagni in questo oceano molto pescoso ma ad alto rischio. Passano le settimane e le banche non si fidano più l’una dell’altra e si avvicina il collasso monetario. Forse non è ben chiaro quello che può accadere in un collasso monetario. È veramente la peggiore delle ipotesi. In un collasso monetario, tutta la liquidità sparisce perché non arriva più ai destinatari. Se ciò non avviene, l’economia si ferma totalmente. Come un aereo che precipita: muoiono tutti! I vertici delle banche, di concerto con i responsabili economici convergono sul fatto che, se l’aereo precipita, bisogna evitare che si schianti e iniziano a pianificare una soluzione che possa evitare il disastro assoluto, cercando perlomeno di far planare l’aereo il più dolcemente possibile. Questo non tanto per salvare noi di cui non gliene frega niente, ma per salvare più che altro se stessi e il paradigma che consente a pochi soggetti tra cui la banche, di vivere a scrocco su tutti gli altri.

A ottobre 2019, come una bizzarra coincidenza, avviene un vertice tra entità molto influenti, denominato EVENT 201. Giusto un mese dopo il campanello d’allarme della B.I.S.

 

In tale occasione viene simulato un evento di pandemia globale che vede diffondersi un virus a bassa letalità con le caratteristiche esattamente uguali a quello che poi viene annunciato essersi propagato da Wuhan con la storia che tutti conosciamo. Ai partecipanti provenienti da tutto il mondo viene dato un vademecum operativo. Un vero e proprio protocollo di azione, su come comportarsi e su quali misure adottare se (a ottobre eravamo ancora in fase ipotetica)…….. un virus del tipo coronavirus si fosse diffuso e se all’intera popolazione mondiale venissero comunicate misure contenitive da adottare in caso di pandemia. Il 21 gennaio 2020 segue il vertice di Davos dove si riuniscono nuovamente tutti i potenti del mondo. Il 23 gennaio la Cina annuncia il lockdown. Il 30 gennaio 2020, l’ W.H.O. annuncia l’emergenza sanitaria globale. Le notizie del virus che a ottobre era solo ipotetico e simulato, come per miracolo, si materializzano davvero, proprio nelle esatte modalità previste dall’esercitazione dell’EVENT 201. Sembra proprio che l’esercitazione fosse stata una prova generale prima di “andare in scena” come in una opera teatrale planetaria.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al mercato dei REPO che sta esplodendo, visto che del virus ne hanno parlato tutti fino alla nausea.

Ci sono due modi e solo due modi per prendersi cura di un mercato monetario a breve termine:

1)      Pomparci dentro più denaro possibile per mantenere fluida la domanda e impedire agli interessi  richiesti dai prestatori di salire.

2)      Fermare la domanda di prestiti da parte dell’economia globale.

Qui è necessario capire qual è il vero rischio. Il vero rischio è rappresentato dal tasso d’interesse che sale.  Durante tutto questo periodo di tassi d’interesse prossimi o pari a zero si è gonfiata a dismisura la bolla dei derivati. Tutto è sorretto da un filo molto sottile. Operazioni di rischio elevatissimo, basate su scambi virtuali di collaterale preso a debito, quasi sempre titoli di stato, che hanno un equilibrio molto precario. Se per qualche ragione i tassi iniziano a salire, il valore del sottostante a garanzia diminuisce e si innesta la reazione a catena, tipo deflagrazione nucleare, dove ogni operatore cerca liquidità, che non ha, per ricoprirsi dal fallimento istantaneo.

Lo spiego in modo becero: se mi presti 80 euro e ti do a garanzia un titolo che vale 100, ti senti sicuro. Ma se durante il prestito, quel titolo a garanzia non vale più 100 ma 70, allora mi chiedi di rientrare nella garanzia dei 30 che mancano. Da chi li prendo quei 30 che non ho? E qui inizia la crisi. Se si moltiplicano queste dinamiche per migliaia e migliaia di miliardi di scambi algoritmici ad alta velocità, con garbugli e intrecci di garanzie incrociate tutte sorrette da prestiti ad altissimo rischio, (spesso i titoli a garanzia sono presi a prestito a sua volta e re-ipotecati innumerevoli volte) si capisce come in un attimo tutto possa esplodere se non si interviene con secchiate di soldi come ha fatto la Federal Reserve, arrivando a fornire anche 1000 miliardi al giorno.
Come per miracolo, arriva quindi il Covid-19. E cosa succede?

Le Banche Centrali sono autorizzate quindi a intervenire in modo illimitato. Vengono creati dal niente migliaia di milioni o centinaia di miliardi di dollari e vengono distribuiti non solo alle banche ma iniettati anche direttamente alle maggiori aziende. Con questa misura di straordinaria portata, la falla del mercato dei REPO viene calmierato. Le controparti ottengono la liquidità mancante. La domanda generale di prestiti viene invece fermata dal lockdown. Era necessario imporre un blocco forzato all’economia e agli scambi proprio per fermare il contagio che si stava propagando dal mercato dei titoli di stato a breve termine che avrebbe contagiato l’intero debito globale. Questo passaggio è un po’ più difficile da capire, ma anche l’ammontare complessivo dei prestiti erogati ai privati e alle aziende contribuisce al calcolo del rischio complessivo che si ripercuote sul calcolo del tasso d’interesse. Maggiore è il rischio, più alto sarà il tasso. E se nel mercato dei REPO che è interbancario aumenta il rischio, aumenta la possibilità del default a catena. Diciamolo una volta per tutte: i tassi non devono aumentare! Se lo fanno: è la fine.

Tutta l’economia è debito. Quando si sente parlare di Dollari, Euro, Yen, Franchi, Corone, Yuan eccetera, bisogna sempre ricordare che le valute non sono altro che unità debitorie emesse sulla base di un’economia debitoria. Il denaro esiste solo dopo che una banca lo crea indebitando qualcuno: stati, privati o aziende. Le persone si concentrano soprattutto sul mercato azionario. Quello non c’entra niente, Ha dinamiche completamente diverse e anche nel caso di un’economia paralizzata come quella di adesso, potrebbe addirittura sfondare nuovi massimi, proprio grazie a tutta la nuova liquidità creata che non ha altri posti dove confluire. Il nocciolo della questione è il mercato del debito. La gente non si rende ancora conto che stava arrivando una crisi economica pazzesca. Nessuno lo dice perché sono cose difficili da spiegare e pochi ne hanno la voglia e la competenza e la gente non ha voglia di fare lo sforzo di capire queste cose, che quindi possono andare avanti, quasi segretamente senza che nessuno se ne preoccupi. Ma bisogna assolutamente capire che il virus ha fermato una crisi economicsa peggiore di quella che stiamo vivendo adesso. Il virus è arrivato veramente al momento giusto. Se non fosse arrivato, i tassi d’interesse sarebbero schizzati in alto e il mercato del debito e a ruota quello dei derivati (2.5 milioni di miliardi – stima B.I.S.) sarebbe deflagrato in una supernova dalle proporzioni molto, molto peggiori di quello che è avvenuto. Una crisi per la quale non esiste strumento per gestirla.

Fermare l’economia e quindi la domanda di prestiti e inondare le banche di liquidità fresca è sembrata essere la soluzione meno dannosa. Almeno per loro. Lo slogan “andrà tutto bene” che hanno messo in bocca agli zombie acefali, è servito a ribadire che andrà tutto bene a loro, non a noi, e che per adesso, il collasso monetario non ci sarà perché hanno fermato l’economia gettando tutti noi fermi, immobili in un angolo, come in una prigione planetaria. Salvando i REPO sono stati salvati anche gli Hedge Fund e quindi i fondi pensione. Per adesso i pensionati possono stare tranquilli. La loro pensione è assicurata.

Molti allora si chiedono: cosa succederà ora? Ci sarà la ripresa?

Assolutamente no! Mi spiace dirvelo, e mi spiace anche per me, ma ho il mio piano e dedicherò un’apposita newsletter appena sarà pronto.

L’economia non ripartirà. Sarà un grafico a forma di L dove dopo il crollo verticale di adesso seguirà un lungo periodo di lenta e prolungata stagnazione su livelli molto inferiori ai precedenti.  Il 2019 è stato l’ultimo anno di mondo come lo abbiamo conosciuto. Con il 2020 arriva una nuova realtà e che ci piaccia o no, sarà con noi almeno fino al 2032. Se si decidesse di riaprire tutto e tornare alla situazione precedente ci ritroveremmo in un attimo al punto di partenza, ovvero al settembre 2019, con l’esplosione del mercato dei REPO. Questa scelta è stata inevitabile. È il più colossale caso di “TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO” della storia dell’umanità.

L’economia non ripartirà perché con il blocco totale dovuto al lockdown e alle restrizioni per il contenimento della pandemia ci saranno molti fallimenti. Moltissimi soggetti non saranno più in grado di pagare i propri debiti.  Moltissimi non saranno più in grado pagare i canoni di affitto. Se da una parte qualcuno non paga, dall’altra c’è qualcun altro che non riscuote. Il gioco è a somma zero. Complessivamente, non c’è guadagno economico perché la somma si sterilizza. Quali sono le possibili soluzioni? Come se ne esce? È molto difficile. Occorre un gioco di grande equilibrio e di lento e cauto procedere. Ci saranno periodi di “stringi e allenta” sempre con il rischio pandemia usato alla nausea per limitare la libertà delle persone concedendo brevi sprazzi di libertà come questa estate, per tornare a stringere il cappio con il prossimo autunno, e così via.

Per descrivere questo momento mi viene in mente un’avventura di pesca alle Bahamas, la mia seconda patria. Ero andato a pescare uscendo con il kayak durante la fase di alta marea. L’alta marea può essere intesa come una sufficiente copertura di liquidità che consente di navigare galleggiando sopra le insidie del fondale.  Al mio ritorno, la marea si era ritirata di molti metri e, per raggiungere la strada, per tornare a casa, dovevo attraversare un tratto di acqua molto bassa con rocce e coralli affioranti e taglienti, compresi ricci di mare. Tutto ciò con delle ciabatte approssimative che mi fornivano una protezione solo parziale. Il rischio era quello di ferirsi i piedi, di scivolare, di rompere il kayak e di perdere i pesci che avevo preso.  Dovevo trovare un sistema per riportare in sicurezza pesci, piedi e kayak. L’unico modo era quello di procedere lentamente. Sondando il terreno prima di compiere un passo. Poi, una volta avanzato, tirarmi dietro l’imbarcazione sul velo di acqua laddove possibile, o caricandola a forza di braccia, spostandola in un punto sicuro. E così via per diverse ore, sotto il sole tropicale, fino alla fine del percorso. È stata una prova di pazienza, forza e abilità, di calcolo del rischio da effettuare prima di ogni passo, approfittando di ogni pozza di acqua più fonda e di ogni appoggio più sicuro dove appoggiare il piede senza tagliarmi o scivolare. Queste sono le doti che dovrebbero avere coloro che in questo momento si trovano nella posizione di stabilire la strategia migliore per tirare fuori l’umanità intera da questa “bassa marea” insidiosa in cui ci troviamo, ben sapendo però che facendo i passi sbagliati, si rischia non solo di fare danni irreparabili, ma anche di affondare e perdere tutto.

Chiediamoci quindi: gli abbiamo nel mondo questo tipo di leader? Esistono uomini o donne capaci di prendere in mano le redini e di guidare saggiamente l’umanità verso un terreno sicuro sul quale ricostruire un modello economico più solido e sostenibile? E i leader che abbiamo: lo vorranno fare?

La soluzione adesso sarebbe quella di intraprendere colossali opere pubbliche infrastrutturali che darebbero lavoro alla gente, e adottando misure fiscali adeguate a garantire la stabilità dei flussi monetari. La fusione tra Banche Centrali e Governo che sta avvenendo renderebbe più agevole il meccanismo di finanziamento necessario per mettere in cantiere queste opere. Donald Trump è maestro di bancarotta avendone subite diverse come imprenditore soprattutto nel settore dei casinò, quindi nel gioco d’azzardo. Ironicamente sembra proprio la persona adatta a gestire una bancarotta globale causata dal casinò delle scommesse sul mercato dei REPO. Visti i suoi successi e le sue esperienze precedenti: è uno del mestiere!

Le prossime tappe vedranno l’annuncio di una cripto valuta mondiale che servirà all’inizio solo alle compensazioni tra banche centrali. Sarà una cripto valuta su base aurea. I paesi che hanno le maggiori riserve auree saranno quelli dominanti. Per questo hanno voluto azzerare l’Italia. L’obiettivo è quello di farci cedere il nostro oro che è comunque al 4° posto al mondo. Speriamo di resistere. Gli USA al pimo posto. La Cina e la Russia hanno iniziato dieci anni fa a comprare tutto l’oro che viene prodotto. Non lo hanno comprato per rivenderlo. Lo hanno comprato perché vogliono giocare da protagonisti.

L’oro quindi tornerà ad avere il suo ruolo da protagonista nel nuovo sistema economico. Questo anche perché essendo l’oro scarso per natura, impedirà all’economia di espandersi in modo esponenziale creando questo genere di squilibri e fornendo una solida base su cui ripartire in modo più sostenibile, il che concorda anche con i dettami “green” che vanno tanto di moda. Abituiamoci a tutto questo e calcoliamo bene i nostri passi per uscire incolumi dalla “bassa marea” che caratterizzerà i prossimi anni. Ci sarà un assestamento da qui al 2025. Poi un lento incedere fino al 2032. Quindi: questa è la nuova realtà: more with less! Bisogna fare di più con meno. Aguzzare l’ingegno e darsi da fare. Sennò ci sarà il reddito di sussistenza statale e la lenta morte in un angolo, fuori dai giochi.

Preso da: https://andreacecchi.substack.com/p/il-virus-giusto-al-momento-giusto?utm_campaign=post&utm_medium=web&utm_source=facebook&fbclid=IwAR0huaFCdIXTbi1D-35yb0TBxjo5oI0Zb0FsQQ6hb7WcorQWZvgeH5wHAVs

Covid19: Non andrà tutto bene.

28 aprile 2020.

L’emiliano Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza: “Abbiamo detto no all’attività motoria in generale, non perchè rappresenti il primo fattore di rischio per il contagio, ma perchè volevamo dare il senso che il regime delle restrizioni in cui eravamo doveva essere molto severo

L’attività motoria, oltre alle vitamine (C in particolare ) è il principale aiuto alle difese immunitarie dell’organismo, su questo anche i medici della rete vaccinista PD/Big Pharma dovrebbero concordare , e invece il piddino Baruffi fa questa arrogante e dispotica confessione.

Il dispotismo e l’arroganza fanno parte della natura delle bande che hanno preso il controllo del PD e sono il frutto della loro visione/bisogno di un popolo da tenere al guinzaglio e manovrare a proprio piacimento.

Sul Covid19, la mia ignoranza in parte attenuata dal buon senso, mi porta a condividere le posizioni degli scienziati e dei medici, il prof.  Filippo Taro in primis (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3066974273353641&set=a.117911198259978&type=3&theater),   non sponsorizzati dalle multinazionali di Big Pharma, associazione che so essere ‘a delinquere’, sostenuta e finanziariamente partecipata dai ‘nuovi e vecchi miliardari’, da  Bill Gates a Rockefeller, e che riesce a influenzare l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Non sto a fare l’analisi di tutto ciò che ha favorito l’esplosione ‘improvvisa’ del Covid19 nel nostro paese, ed in alcune aree in particolare (dalla distruzione del sistema sanitario pubblico, all’inquinamento atmosferico e alle campagne di vaccinazione di massa che l’hanno predisposta), ma reagisco alla presa in giro del Presidente del Consiglio, Conte, che nelle sue conferenze stampa a reti unificate, e a giornalisti ben selezionati, continua a ripetere che tutto il  mondo ci invidia e copia le sue misure e il suo operato.

Siamo partiti da ‘polmonite interstiziale’, per scoprire poi che è una ‘trombosi diffusa’, errore che è costato un imprecisato numero di morti indotte, si è creato un clima di paura con numeri ‘non appropriati’ e ‘non verificati’, e con un caos di strampalati divieti, permessi e autocertificazioni; l’unica costante nella parole di Conte è : “Attendiamo il vaccino”. Ma se chi guarisce dal Covid19  non è detto che ne sia poi immune, che cacchio potrà immunizzare un vaccino?

Il clima orwelliano attuale è caratterizzato :

dai diritti costituzionali negati attraverso semplici Disegni di Legge e/o Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, quindi NON  COSTITUZIONALI;  

dalle censure mediatiche (youtube e Facebook in primis);

dagli arresti dell’uomo solo in spiaggia e della donna che porta il mangiare all’anziana madre ( l’elenco è purtroppo lunghissimo);

dai 450 ‘super esperti’ che dettano norme, regole e futuro del paese (ma non dicevano che bisognava tagliare i parlamentari per risparmiare?);

dal denaro che ci impegniamo a dare alla UE e/o al MES, per poterlo poi prendere in prestito (!?) spendendolo sotto tutela della Troika (FMI, Comm. UE e BCE).

Tutto questo è, molto parzialmente, reso meno pesante dagli amari sorrisi da ‘oggi le comiche’, nell’udire gli strafalcioni di date e cifre, nonché il farfugliamento di misure incomprensibili che Conte legge, a reti unificate e giornalisti ben selezionati , nelle sue conferenze stampa.


Riporto qui due delle varie perle ‘studiate’ dai 450 super esperti, che vengono coordinati dal super Commissario con ampi poteri di delega, scelto da Gualtieri, Arcuri, ( https://voxnews.info/2020/04/10/gualtieri-il-ministro-che-ha-svenduto-litalia-nella-lista-di-soros/ ), come lui creatura di Massimo D’Alema, che nei 13 anni a Invitalia lo ha tutelato, facendogli  attraversare  indenne  ben otto governi, di destra, di sinistra e … di Napolitano, con la parte sanitaria affidata a Ricciardi  (http://www.lavocedellevoci.it/2019/10/14/walter-ricciardi-superstar-dai-set-con-merola-ai-miliardi-in-pillole/ ) dal Ministro dalemiano Speranza:

  • Perla 1. I calciatori di serie A non potranno allenarsi nelle super attrezzate e medicalmente assistite cittadelle delle loro squadre, ma potranno farlo nei parchi pubblici. Supercazzola già in se, ma vi immaginate i tifosi juventini o interisti, oltre ai giornalisti e curiosi, che stanno a casa  invece di andare al Valentino o al Lambro a vedere Ronaldo o Lukaku, insieme agli altri loro beniamini? Altro che contagi da 25 aprile !
  • Perla 2. Dal 4 maggio ‘apertura cauta e calibrata’, si potrà andare a far visita ad altre famiglie in quarantena, ma dovranno essere propri ‘congiunti’. Alla domanda su chi sono i congiunti, la risposta improntata alla attuale era LGBT  è quantomeno ambigua (dettata da Rocco Casalino? https://www.lettera43.it/rocco-casalino-giuseppe-conte-m5s/  ):  Per ‘congiunti’ si intendono parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili … Affetti stabili?  Ve l’immaginate il vigile o il carabiniere che deve chiedere a due persone se tra loro c’è un rapporto stabile ? Magari che pone la fatidica domanda a uno o una che ha appena scaricato dall’auto, o in uscita dall’appartamento di. una ragazza o di un ragazzo squillo? Cosa farà il malcapitato agente alla risposta :  “Siamo congiunti ora disgiunti” (come direbbe Catarella) ? 
  • Preso da: https://nandorossi.wordpress.com/2020/04/28/covid19-non-andra-tutto-bene/

Dal Bilderberg alle nostre tasche, senza passare per la prigione

24 aprile 2020.

Il saggio/racconto di Michele Ruggiero, “Sotto attacco”, ha molti passaggi interessanti, utili per arricchire la propria conoscenza della fase politica che portò alle dimissioni del Governo Berlusconi, ma anche a comprendere, attraverso l’intreccio tra banchieri, speculatori e agenzie di rating,  come viene governato il mondo, cosiddetto ‘libero’.

Standard & Poor’s diede valutazioni catastrofiche sulla situazione finanziaria ed economica dell’Italia, inventandosi elementi negativi inesistenti, anche rispetto a dati che invece erano tra i più positivi in Europa, come quello della minor percentuale di debito detenuta da investitori stranieri. Va detto che investitori istituzionali, fondi pensione e fondi assicurativi sono obbligati a disinvestire nei paesi, banche o società a cui le agenzie di rating assegnano valutazioni negative e declassamenti.

Quando viene chiesto a Standard & Poor’s perché avesse emesso un comunicato a borsa aperta e senza nemmeno disporre del testo delle decisioni prese dal Governo italiano, questi rispondono di aver avuto sollecitazioni dall’Italia.  Invece il loro operatore italiano gli aveva già segnalato che erano in errore, ma pubblicarono ugualmente il giudizio negativo sull’Italia.

Ruggiero bypassa la questione, invece io mi sono chiesto chi nel 2011 (oltre a noi della inconsistente diaspora della sinistra e i 5 stelle della prima e seconda ora) voleva far cadere il Governo Berlusconi e non disdegnò di avvalersi di chi avrebbe  dato un durissimo colpo alle finanze pubbliche, al sistema bancario e alla economia italiana?

La risposta è: il PD, ma non ce ne sono le prove.

Un altro elemento interessante è : come mai Berlusconi, vittima di tali attacchi (e lasciamo perdere la vicenda ‘orgettine’) non li denunciò, anzi, sostenne il Governo Monti, voluto da chi lo aveva deposto?

Lo stesso Tremonti fece larvati cenni alla ‘congiura’ politico finanziaria solo parecchi anni dopo.

Si lesse allora che Berlusconi vista la potenza di fuoco, mediatica, finanziaria e politica degli attaccanti avesse patteggiato una sorta di salvacondotto per la sua famiglia e le sue imprese, ma anche su ciò non ci sono prove.

Ma che ciò sia realmente avvenuto o che molti abbiano potuto pensarlo è riprova che il vero potere, alla faccia della prosopopea democraticistica, non appartiene al popolo e alle sue istituzioni.

Un altro filone di ragionamenti riguarda l’esistenza o meno di un piano, cosa di cui io ero già convinto prima di leggere il libro del PM Ruggiero.

Se i fondamentali della finanza pubblica erano più saldi in Italia (secondi dopo la Germania, come emerso nel dibattimento di Trani) perché in agosto anche la BCE venne all’attacco con la famosa e scandalosa lettera firmata da Trichet e Draghi che dettava le condizioni del capitalismo finanziario, che poi vennero codificate nella politica di ‘austerity’ della Commissione europea?

Si può ragionevolmente sostenere che la concomitanza temporale con gli attacchi delle agenzie di Rating fu un caso?

Nel processo di Trani (2016/17) , Draghi dichiara: «La reputazione delle agenzie di rating è, diciamo, stata completamente screditata dall’esperienza del 2007-08», allora perché lui e Trichet affiancarono le Agenzie di Rating che, su dati e informazioni false, attaccarono l’Italia? Ha mentito nel 2011 o nel 2017 ? Nel 2011 ha ‘semplicemente’ partecipato al complotto, ubbidendo agli input della lobby.

Nonostante Monti appartenesse alle stesse lobby dei miliardari della grande finanza dalla Trilaterale, di cui era a capo, al Bilderberg a cui molti azionisti delle Agenzie di Rating appartengono (Marc Ladreit de Lacharriere, proprietario di Fitch, che poi vendette al gruppo americano Hearst, era presidente della sezione francese del Bilderberg), una volta al Governo per attuare  le controriforme con loro concordate, venne ugualmente attaccato dalle agenzie di rating.

Perché? La risposta non credo sia:“è la loro natura”.

Nel libro è riportato che Monti l’indomani del doppio declassamento,  fece una intervista a tamburo battente al Corriere della Sera, in cui dichiarava che sotto attacco non c’era l’Italia, ma tutta l’Europa; eppure, anni dopo, al processo di Trani sostenne che l’attacco all’Europa  non ci fu.

Una posizione ridicola, visto che avrebbe potuto smentire subito quell’intervista, dati i suoi strettissimi rapporti con gli Elkan, proprietari del Corriere,  i titoli con cui tutti i giornali la ripresero, virgolettando le sue parole sul fatto che fosse in atto un attacco all’Europa.

Ancor più sbalorditivo il fatto che, al processo, Monti dichiarò e portò prova al riguardo che il presunto attacco all’UE venne da lui smentito più avanti, ma non in Italia o in Europa, sul Financial Time, negli USA ! Perché?

Ma perché lui sa benissimo dove abitano i registi del capitalismo finanziario, i quali non devono aver gradito la su ‘ribellione’ al loro operato.

Preso da: https://nandorossi.wordpress.com/2020/04/24/dal-bilderberg-alle-nostre-tasche-senza-passare-per-la-prigione/?fbclid=IwAR23FU74wlXT4hCtNVcWrAoMKUgHwaZ40XVIA5jozw4woxXChC6YUOBc8AQ

La polizia chiede agli inglesi di avvisarla se “amici o familiari” ripetono le teorie della cospirazione

1 maggio 2020

La polizia del pensiero controlla le teorie della cospirazione.
Chiedere alle persone di chiamare la polizia per membri della famiglia che siano impegnati nelle “teorie della cospirazione” è un’idea che sembra provenire dal sistema di controllo sociale cinese.

Ma non lo è. Questo si sta verificando nel Regno Unito.

La polizia di Manchester, in Inghilterra, è impegnata in una campagna sui social media, chiedendo ai residenti locali di chiamare la polizia se qualcuno dei loro amici e familiari si dimostra impegnato in “teorie della cospirazione”.
“Le piattaforme online possono essere un mondo divertente. Sfortunatamente, possono anche essere utilizzati per sfruttare le persone vulnerabili. Se sei preoccupato che uno dei tuoi amici o familiari mostri segni di radicalizzazione, chiedi consiglio o chiama la polizia al 101 “, ha detto la polizia di Manchester su Facebook. ( Archivio )
101 è il numero non di emergenza per contattare la polizia locale nel Regno Unito.

Avviso della Polizia di Manchester

In un momento in cui le libertà civili si stanno mettendo a dura prova e le piattaforme sociali stanno adottando un approccio estremo per sradicare le “teorie della cospirazione”, lo scetticismo pubblico sta rapidamente aumentando – e le dichiarazioni della Greater Manchester Police sembrano solo esasperarlo.
Se hai mai avuto dubbi sul fatto che il pubblico non sia a conoscenza della direzione orwelliana in cui stanno andando le cose, dovresti solo guardare i commenti:
“Com’è ironico che siano state le persone accusate di essere” Teoristi della cospirazione “in passato che in realtà ci hanno avvertito che saremmo arrivata ad uno stato di polizia totalitario ed eccolo qui”, ha risposto Paul Nolan Jones.
“Non pensare per te stesso, non mettere in discussione ciò che ti viene detto, non fidarti di nulla ma di ciò che il governo ti dice e in NESSUNA CIRCOSTANZE discutono teorie alternative che riguardano la TUA vita e quella dei TUOI cari. Se qualcuno avesse dei dubbi sul percorso di controllo statale della polizia totalitaria che ci sta venendo incontro, ti suggerisco di avere una buona idea della suddetta dichiarazione di polizia “, ha dichiarato Emma Wells.
“Ragazzi, in realtà avete fatto un adeguato addestramento della polizia quando vi siete registrati o vi è stata consegnata una copia del 1984 di George Orwell da memorizzare? – LA POLIZIA DEL PENSIERO è viva e vegeta nel 2020. Ti rendi conto di ciò che stai facendo alla società se stai attuando le azioni di cui sopra ?! “, Ha detto Charlotte Binns.
Aggiornamento – 30 aprile: alla luce della polizia di Greater Manchester che elimina il post per evitare critiche, questo post è stato aggiornato con le schermate dei commenti presenti in questo articolo e una versione archiviata è stata aggiunta per motivo di non allarmare la popolazione.

In Italia è stata istituita la “commissione tecnica” che controlla le Fake News ed altre iniziative similari sono comparse anche in Francia. Il sistema di controllo di massa inizia poco a poco ad essere una realtà.
Si approfitta della crisi del Covid-19 per introdurre misure eccezionali, dal tracciamento obbligatorio, all’auto-certificazione per gli spostamenti, seguirà il vaccino obbligatorio e più in là, forse, il microchip sotto pelle. Il governo dichiara che è tutto “per il bene” della popolazione. Orwell aveva previsto quanto avviene oggi e la realtà supera la fantasia.

Fonte: Anti-empire

Traduzione : Luciano Lago

Preso da: https://www.controinformazione.info/la-polizia-chiede-agli-inglesi-di-avvisarla-se-amici-o-familiari-ripetono-le-teorie-della-cospirazione/?fbclid=IwAR3TGwe49ylfqwQiGmpgYkeDFi9hRASuPnyy3VOlLzRNOInYid_OmPdSx4Y

SARS-CoV-2: A Virus “Made in” Capitalism

Misión Verdad
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“Wetiko” is the term Native Americans use to describe the ”virus” of selfishness: Liana Buszka

What the new coronavirus pandemic has made very clear is that the drive for profit in the capitalist system can be fatal. Of course, this multi-layered crisis triggered by Covid-19 will have a disproportionate impact on vulnerable groups, in particular.

The risk of infection threatens workers in industrial sectors that have refused to cease operations and take adequate measures to protect them. But the virus also stalks marginalized populations around the world: refugees and migrants in European countries, for example, lack institutions to protect their health and well-being in those societies.

Francesco Della Puppa discussed the impact of the pandemic on immigrants, from refugees to asylum seekers in Italy, during an interview for Radio Melting Pot. He said that the Italian authorities have neglected to take minimum measures for the homeless in that country, which increasingly includes refugees and asylum-seekers fleeing war and violence in North Africa. They live in settlements with poor sanitary conditions, where contagion is very likely. They may also be excluded from social programmes, such as food support, if they do not have specific documentation.

The consequences of social and economic exclusion have been highlighted by the spread of the virus. However, it is the introductory reflection in the interview with Della Puppa that concerns us, when he emphasized that “there is nothing directly natural in the spread” of the new coronavirus.

And this is not to encourage the many different conspiracy theories that have emerged, much less those delusional stories from the United States that have gained strength to evade the problem by accusing the People’s Republic of China of spreading the virus.

For Della Puppa there is a combination of factors, all centered on the globalized organization of capitalism and its productive relations, which have provided the fertile ground for the development of new viruses and their evolution to transmission between humans.

We will review some of them.

The incidence of viruses and agro-industrial food production

The increase in industrial animal farming is creating conditions conducive to the spread of pathogens that could otherwise be curbed. Overcrowded domestic animal monocultures with depressed immune systems facilitate transmission rates for any virus strains that arrive there.

“These animals, more easily attacked by viruses, become the spillover, which is the migration from one species to another, until the virus reaches humans. This is because they are kept alive by force, inside an intensive breeding farm,” says Della Puppa.
The Philippines confirmed in February that African swine fever infections had spread to the south of the country. Photo: AFP

In the book Great Farms Make Great Flu, phylogeographer Rob Wallace investigates the connections between industrial farming practices and viral epidemiology. Interviewed for Real News Network, he illustrates the uniqueness of industrial production by reviewing the evolution of African Swine Fever, a virus that is transmitted between pigs and is having a disastrous effect on food security in Asia, where the population is largely dependent on pork for protein. The slaughter of millions of infected animals has pushed up global pork prices by 40%.

“African Swine Fever started in sub-Saharan Africa as a wild pathogen that was transmitted between the warthog and local soft ticks (…) in the 1920s it began to spread to domestic pig production. In 1950, it made its way to the Iberian Peninsula, Portugal and Spain, where it circulated for about 30 years before being crushed. However, it was in 2007 that the virus emerged in a form that exploded across Eastern Europe and the former Soviet Republics. And then, in 2018, it appeared in China. But the important thing to understand is that pathogens go through these changes in terms of their success in relation to the opportunities they are given”.

By manipulating large population densities, monocultures eliminate any “immune firewall” because, once the virus kills its host, it can easily enter the next one to continue reproducing.

In the specific case of African Swine Fever, the virus has not made the leap to human infection. But “thousands of farmers and meat processors and cleaning equipment are being exposed to the virus (…) there is always the possibility that the pathogens could evolve the ability to go from human to human,” warns Wallace.

Environmental Deforestation and Mining Devastation

The capitalist lifestyle has intensified the deforestation of remote natural environments to expand the territories of industrial agriculture and livestock, to exploit rare metals that serve the production of modern technologies or to expand the large metropolises.

Furthermore, the appearance of “enormous peri-urban areas, with very precarious sanitary conditions,” says Della Puppa, makes it easier for viruses to attack and spread, “which find their ideal habitat in these dense urban environments”.

The story of the bat in the Wuhan market, beyond the attempt to portray it as a Chinese phenomenon, reflects how the pathogens that were once encased in forests and jungles are now being released by multinational companies that appropriate the land and exploit it following the neoliberal model of generating economic profits.

Logging, mining, road construction and “hyper-urbanization” destroy natural animal habitats and areas of high biodiversity.
https://libya360.files.wordpress.com/2020/04/5a01c-1peku6mgb4ytjqpzpmsbd7w.jpegThe felling of forests and the loss of species open the door to new diseases. Photo: Reuters

To all this, Della Puppa adds that the melting of the polar ice caps, a product of global warming, will also release “swarms of unknown viruses, trapped for thousands of years in the glaciers, with unpredictable consequences.

The pandemic also has its roots in capitalism’s disruption of the ecosystem.

Covid-19 could have been prevented, but it was not profitable

Several research institutes in China or, for example, in 2012, the German Koch Institute, announced that all the conditions were in place for a virus most likely to emerge from Asian markets to infect the world, and described the symptoms and ways in which Covid-19 could be transmitted.

Just as Della Puppa stressed that the pandemic was predictable, researchers specializing in the different strains of the coronavirus agree that pharmaceutical companies could have started developing a vaccine and treatments for the virus years ago.

This is the view of structural biologist Rolf Hilgenfeld, who has been working on treatments for coronaviruses since SARS (a previous coronavirus outbreak) in 2002-2003.

In January, when the virulent behaviour of Covid-19 had not yet been determined, Hilgenfeld noted that companies were not allocating resources to research on coronaviruses because “the total number of people infected, if SARS, MERS and this new virus are combined, is less than 12,500 people. That is not a huge market. The number of cases is too small”.

Pharmaceutical companies would not risk investing in a drug to treat unpredictable outbreaks because of their impact and lucrative potential, even though ten years of research on coronaviruses alerted them to the latent threat of this family of diseases.

This logic of producing drugs for profit rather than human need can be encapsulated in one fact: several international viral outbreaks (SARS-CoV-1, MERS, Zika, Ebola, among others) have erupted into the 21st century claiming thousands of lives. So far, only the Ebola vaccine has reached the market.

If we examine the elements that led up to the pandemic, we will easily recognize that the only way to cut the spread of viruses and systemic crises lies in deceleration and countermeasures that can be applied against late capitalism and the structures that support it.

Source: https://libya360.wordpress.com/2020/04/28/sars-cov-2-a-virus-made-in-capitalism/

SARS-CoV-2: un virus “made in” capitalismo

‘Wetiko’ es el término que los indígenas nativos americanos usan para nombrar al “virus” del egoísmo. llustración: Liana Buszka

Lo que la pandemia del nuevo coronavirus ha dejado muy claro es que el afán de lucro en el sistema capitalista puede ser mortal. Por supuesto, esta crisis detonada en múltiples niveles por el Covid-19 tendrá repercusiones desproporcionadas en grupos vulnerables, principalmente.

El riesgo de infección amenaza a los trabajadores de sectores industriales que se han negado a detener sus operaciones y adoptar medidas adecuadas para protegerlos. Pero también el virus acecha a poblaciones marginadas en todo el mundo: refugiados y migrantes en países europeos, por ejemplo, carecen de instituciones que protejan su salud y bienestar en esas sociedades.

Francesco Della Puppa expuso el impacto de la pandemia en los inmigrantes, desde los refugiados hasta los solicitantes de asilo en Italia, durante una entrevista para Radio Melting Pot.

Relata que las autoridades italianas no han tomado medidas mínimas para las personas que viven sin techo en ese país, que cada vez incluye más a refugiados y solicitantes de asilo que huyen de la guerra y la violencia en el norte de África. Viven en asentamientos con condiciones sanitarias precarias, donde el contagio se hace muy probable. También se les puede excluir de los programas sociales, como apoyos en el suministro de alimentos, si no tienen un determinado documento.

Las consecuencias de la exclusión social y económica se han puesto de relieve con la propagación del virus. Sin embargo, es la reflexión introductoria en la entrevista a Della Puppa la que nos atañe, cuando enfatiza que “no hay nada directamente natural en la propagación” del nuevo coronavirus.

Y esto tampoco significa darle aliento a las variopintas teorías conspirativas que han emergido, mucho menos aquellos relatos delirantes que desde Estados Unidos han tomado fuerza para evadir el problema acusando a la República Popular China por la propagación del virus.

Para Della Puppa existe una combinación de factores, todos centrados en la organización globalizada del capitalismo y sus relaciones productivas, que han puesto el terreno fértil para el desarrollo de nuevos virus y su evolución a la transmisión entre humanos.

Revisemos algunos de ellos.

La incidencia de los virus y la producción agroindustrial de alimentos

El aumento de la cría industrial de animales está creando condiciones propicias para la propagación de patógenos que en otra situación podría ser frenada. Monocultivos de animales domésticos, hacinados en granjas, con sistemas inmunes deprimidos, facilitan las tasas de transmisión para cualquier cepa de virus que llegue ahí.

“Estos animales, más fácilmente atacados por los virus, se convierten en el llamado ‘spillover’, o el salto de una especie a otra, hasta que el virus llega a los humanos. Porque se les mantiene vivos a la fuerza, dentro de una granja de cría intensiva”, dice Della Puppa.

Filipinas confirmó en febrero que las infecciones de peste porcina africana se propagaron en el sur del país. Foto: AFP

En el libro Las grandes granjas hacen la gran gripe, el filogeógrafo Rob Wallace investiga las conexiones entre las prácticas agrícolas industriales y la epidemiología viral.

Entrevistado para Real News Network, ejemplifica esta singularidad de la producción industrial revisando la evolución de la peste porcina africana, un virus que se transmite entre los cerdos y que está teniendo un efecto desastroso en la seguridad alimentaria de Asia, donde la población depende en gran parte de la carne de cerdo para el consumo proteico. El sacrificio de millones de animales infectados ha disparado los precios de la carne de cerdo en un 40% a nivel mundial.

“La peste porcina africana comenzó en el África subsahariana como un patógeno silvestre que se transmitía entre el jabalí verrugoso y las garrapatas blandas locales (…) en la década de 1920 comenzó a extenderse a la producción doméstica de cerdos. En 1950, se abrió camino en la Península Ibérica, en Portugal y España, donde circuló durante unos 30 años antes de ser aplastado. Sin embargo, fue en 2007 cuando el virus surgió de una manera que explotó en toda Europa del Este y las antiguas repúblicas soviéticas. Y luego, en 2018, apareció en China. Pero lo importante es entender que los patógenos pasan por estos cambios en términos de su éxito en relación con las oportunidades que se les proporcionan”.

Al manipular grandes densidades de población, los monocultivos eliminan cualquier “cortafuegos inmunológico” porque, una vez que el virus mata a su hospedador, puede fácilmente entrar en el siguiente para continuar reproduciéndose.

En el caso específico de la peste porcina africana, el virus no ha dado el salto al contagio de humanos. Pero “miles de granjeros y procesadores de carne y equipos de limpieza están siendo expuestos al virus (…) siempre existe la posibilidad de que los patógenos puedan evolucionar la capacidad de ir de humano a humano”, advierte Wallace.

Deforestación ambiental y devastación minera

El estilo de vida capitalista ha intensificado la deforestación de entornos naturales remotos para expandir los territorios de la agricultura y ganadería industrial, explotar metales raros que sirven a la producción de las tecnologías modernas o ampliar las grandes metrópolis.

Además, la aparición de “enormes zonas periurbanas, con condiciones sanitarias muy precarias”, dice Della Puppa, hacen más fácil el ataque y contagio de los virus, “que encuentran en estos densos entornos urbanos su hábitat ideal”.

El cuento del murciélago en el mercado de Wuhan, más allá del intento por hacerlo un excepcionalismo chino, refleja cómo los patógenos que antes estaban encajonados en bosques y selvas son liberados por empresas multinacionales que se apropian de la tierra y la explotan siguiendo el modelo neoliberal de generar ganancias económicas.

La tala de árboles, la minería, la construcción de carreteras y la “hiper-urbanización” destruyen los hábitats naturales de los animales y las zonas de gran diversidad biológica.

La tala de bosques y la pérdida de especies abren la puerta a nuevas enfermedades. Foto: Reuters

A todo eso, Della Puppa, añade que el deshielo de los casquetes polares, producto del calentamiento global, también liberará “enjambres de virus desconocidos, atrapados durante miles de años en los glaciares, con consecuencias impredecibles”.

La pandemia también tiene sus raíces en las perturbaciones del capitalismo al ecosistema.

El Covid-19 podía ser prevenido, pero no era rentable

“Varios institutos de investigación de China o, por ejemplo, en 2012, el Instituto Alemán Koch, ya anunciaron que se daban todas las condiciones para que un virus probablemente procedente de los mercados asiáticos infectara al mundo, y describieron los síntomas y las formas en que se podría infectar el Covid-19”.

Así como Della Puppa subraya que la pandemia era predecible, investigadores especializados en las distintas cepas del coronavirus coinciden en que las compañías farmacéuticas podrían haber empezado a desarrollar una vacuna y tratamientos para el virus hace años.

Es lo que sostiene el biólogo estructural Rolf Hilgenfeld, quien ha estado trabajando en tratamientos contra los coronavirus desde el SARS (brote previo de coronavirus), en 2002–2003.

En enero, cuando el comportamiento virulento del Covid-19 no se había determinado, Hilgenfeld señaló que las empresas no destinaban recursos en investigaciones sobre los coronavirus porque “el número total de personas infectadas, si se combina el SARS, el MERS y este nuevo virus, es inferior a 12 mil 500 personas. Eso no es un mercado. El número de casos es demasiado pequeño”.

Las farmacéuticas no se arriesgarían a invertir en un fármaco para tratar brotes impredecibles en su impacto y potencial lucrativo, aun cuando diez años de investigación sobre coronavirus alertaron la amenaza latente de esta familia de enfermedades.

Esta lógica de producir medicamentos con fines de lucro y no para satisfacer las necesidades humanas se resume en un dato: varios brotes virales internacionales (SARS-CoV-1, MERS, Zika, Ébola, entre otros) han irrumpido en el siglo XXI cobrando miles de vidas. Hasta los momentos, solo la vacuna para el Ébola ha llegado al mercado.

Si examinamos los elementos que nos trajo hasta la pandemia, reconoceremos con facilidad que la única forma de cortar la propagación de virus y crisis sistémicas yacen en la desaceleración y contramedidas que se puedan aplicar frente al capitalismo tardío y las estructuras que lo sustentan.

Original: https://medium.com/@misionverdad2012/sars-cov-2-un-virus-made-in-capitalismo-4ce1296588f0

Agnelli segreti, la storia d’Italia mai raccontata

Gli Agnelli sono stati la vera famiglia regnante del Novecento italiano, con buona pace dei Savoia e della Repubblica, ma raramente nel nostro paese si è scritto di loro con schemi diversi da quelli dell’agiografia lecchina. Del resto il mito piccolo borghese dell’Avvocato era troppo evidente per essere ignorato da giornalisti in fondo alla caccia soltanto di una battuta da titolo, se non di una FIAT in comodato d’uso.

Di qui milioni di articoli e servizi su Ferrari, Juventus, nuovi straordinari modelli di auto, quadri, tendenze della moda, eccetera, e un po’ meno sull’onnipresenza di Agnelli nel mondo finanziario e politico. In altre parole, per decenni invece di parlare del principale gruppo finanziario italiano e della principale industria si è trovato più facile parlare della figura di Gianni Agnelli.

Gigi Moncalvo nel suo Agnelli segreti, uscito nel 2012 per Vallecchi e omaggiato di poche recensioni (leggendolo si capisce anche il perché), prova ad andare oltre i simboli esteriori del potere o le storie da copertina, per condurci attraverso una grande inchiesta nei meandri del potere vero. Quello che non viene mai fotografato allo stadio, in barca, alle mostre.

Il libro è apparentemente una storia della famiglia, con qualche incursione nel gossip pesante (gli amori lesbici di Susanna Agnelli, i veri compiti di Montezemolo, eccetera), ma in realtà pur essendo abbastanza lungo (più di 500 pagine) compie scelte molto precise mettendo fatti e personaggi collaterali al servizio delle storie principali. Che sono fondamentalmente quattro.

La prima è quella della relazione fra Virginia Agnelli, fresca vedova di Edoardo e madre di Gianni, Susanna, Umberto, eccetera, con Curzio Malaparte. I dettagli da cronaca rosa sono incredibilmente messi in fila dall’OVRA, la polizia segreta fascista, che appare quasi al servizio di Giovanni Agnelli. Cioè il fondatore, il rigidissimo e sabaudo (ma all’occorrenza levantino) Senatore.

Con funzionari pubblici che pedinano Virginia allo scopo di trovare particolari e prove che consentano di toglierle l’affidamento dei figli (a beneficio del nonno, chiaramente). Si arriva al paradosso di Virginia che chiede a Mussolini di essere difesa dal suocero di lei e dalla polizia di lui… Malaparte non è certo un comprimario, ma un ex direttore della Stampa agnelliana che ha vissuto diverse fasi del fascismo e che si atteggia a suo oppositore più per posa intellettuale che per istinto democratico. E la sua storia con Virginia, ma soprattutto il modo in cui viene osteggiata, dice molto del potere FIAT nell’Italia fascista, nonostante il Senatore a Torino provi a smarcarsi perché nella vita non si sa mai.

La seconda macrostoria all’interno del libro è quella riguardante Gianni Agnelli, il nipote del senatore, non dal lato del cazzeggio mondano ma da quello della presa del potere nei confronti di fratelli e altri parenti, per precisa volontà del nonno. Impressionante è la valutazione del gruppo FIAT subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, pur con tutte le cautele del caso: circa 64 miliardi di euro, ai valori attuali. La costruzione di ‘Agnelli’ passa attraverso vent’anni di mondanità ma anche di rapporti internazionali coltivati ai massimi livelli fra una donna e l’altra (Pamela Churchill, nuora di Winston, e Anita Ekberg su tutte le altre, per motivi diversi), mentre la FIAT veniva mandata avanti con intelligenza, ma anche con metodi oltre l’autoritarismo, dal professor Valletta fino ai 45 anni dell’Avvocato.

La vicenda forse più appassionante è quella di Edoardo Agnelli, della sua infelice vita (a 40 anni e passa era di fatto sotto tutela, controllato anche nella quotidianità minima) e della sua stranissima morte avvenuta nel 2000, a 46 anni, seguita da un’inchiesta imbarazzante per le lacune della magistratura e i tentativi di insabbiamento di parte della famiglia o forse di qualcuno che in quei frangenti già controllava la famiglia.

Una storia che ha avuto un’appendice dopo la morte di Gianni Agnelli, con tanto di tentativi della sorella di Edoardo (Margherita, madre fra gli altri di John e Lapo Elkann) per conoscere la verità. Impressionante in generale, non tanto in relazione alla storia di Edoardo, la freddezza di Marella, la madre, in contrapposizione al crollo anche fisico dell’Avvocato. Ben raccontato è il modo astuto in cui possibili successori di Gianni Agnelli venivano dati in pasto ai media, da Giovanni (figlio di Umberto e fratello dell’attuale presidente della Juventus) allo stesso John Elkann, ritenuto più plasmabile dell’idealista Edoardo e ovviamente anche dell’estroso Lapo.

La quarta storia, che avvolge tutte le altre, è vero giornalismo investigativo e riguarda il reale controllo del gruppo dagli anni Novanta ai giorni nostri. Attraverso la costituzione di società più o meno schermate, in Italia e in Lichtenstein, Agnelli voleva occultare gran parte del suo patrimonio, ‘allontanare’ la sua figura dalla realtà operativa delle società italiane (si era in piena Tangentopoli, si era quasi arrivati a Romiti…), ma soprattutto assicurare al gruppo una unitarietà di gestione che il diritto di famiglia dopo la sua morte non avrebbe permesso: Edoardo era ancora vivo e desideroso di occuparsi degli affari della sua famiglia.

Attraverso documenti riservati e pubblici Moncalvo dimostra che di fatto il controllo del gruppo ad un certo punto è stato nelle mani di due avvocati (uno svizzero, René Merkt, e uno del Liechtenstein, Herbert Batliner), ma che nell’ultimo ventennio è stato sostanzialmente di Gianluigi Gabetti (ora 91enne) e di Franzo Grande Stevens (ora 87 anni), cioè due fra i più stretti collaboratori di Agnelli. Con il rapporto di sudditanza che ad un certo punto si è ribaltato, grazie a statuti societari con articoli ai confini della realtà, sottoscritti con superficialità dall’Avvocato. In copertina ci vanno Briatore e al limite Berlusconi, ci sono quasi funerali di Stato per Michele Ferrero, ma non è sbagliato dire che l’uomo più potente d’Italia negli ultimi decenni sia stato e tuttora sia Gabetti.

Un lettura appassionante, per chi fosse interessato a capire chi ha comandato e comanda in Italia al di là dei segni esteriori del potere. Fra questi segni anche la Juventus, finita nel 2006 in una guerra molto più grande di lei e dell’intero calcio italiano e da qualche anno tornata ai massimi livelli sotto la gestione della parte ‘perdente’ del gruppo, una sorta di premio di consolazione pronto comunque ad essere cancellato in presenza di certe situazioni. Un libro di giornalismo investigativo, quello di Moncalvo (una ottima carriera nei giornali e anche in televisione, molti ragazzi anni Ottanta lo ricordano come volto dell’informazione di Canale 5 prima dell’arrivo di Mentana), che in molti capitoli restituisce dinamiche umane terribili ma anche commoventi, ben lontane dai servizi di Capital e dalle interviste in ginocchio di tante prime firme. Inutile sottolineare che i giornalisti escono a pezzi da molte situazioni, per il modo in cui i loro servizi vengono concordati con l’ufficio stampa FIAT, ma non mancano neppure esempi di grande valore.

Non si possono scrivere biografie senza essere appassionati al soggetto, quindi anche questo libro in fondo (ma proprio in fondo) contribuisce al mito di Agnelli. Ma lo fa con un’inchiesta vera, che mette in luce tutte le contraddizioni del personaggio: un patriottismo poco retorico insieme a un cosmopolitismo cinico, la coscienza dell’importanza sociale della FIAT insieme all’evasione fiscale, le follie da jet set e i bei gesti sconosciuti ai più, la noia mortale per qualsiasi argomento e allo stesso tempo la curiosità vampiresca. C’è ancora tanto da scrivere sugli Agnelli, il tempo non mancherà. Sarebbe adesso più urgente, non soltanto per i mitici ‘mercati’, rispondere alla domanda: chi c’è dietro a John Elkann?

Preso da: https://www.indiscreto.info/2015/02/agnelli-segreti-litalia-mai-raccontata-dal-fascismo-john-elkann.html

Italy: Doctors Who Found Metals and Nanoparticles in Vaccines Had Lab Raided by Police

Youtube

Police raided the laboratory of Dr. Gatti and Dr. Montanari, a married couple who are devoted to studying diseases, including cancer, heart disease and neurological problems, caused by nano-particles that arise from processes that involve high temperature such as manufacturing, waste incineration and car exhaust.  Most nano-particles are expelled by the body when inhaled and consumed, but when injected by way of a vaccine, they are able to stay in the body and cause disease.  The couple performed a study and found nano-particles polluted all of the 44 vaccines that they tested.

 

In the 90’s, Dr. Antonietta Gatti discovered the relationship between micro- and nano-particles as well as a great number of pathologies: cardiovascular diseases, many forms of cancer, multiple neurological diseases, and autoimmune diseases. She’s taken part in many international research projects, including the pathologies induced by depleted uranium, waste incineration, food polluted with inorganic particles, and more.

Currently, she is the coordinator of the Italian Institute of Technology’s Project of Nanoecotoxicology, called INESE.

She is also a selected expert of the FAO/WHO for the safety in nanotechnological food, and a Member of the NANOTOX Cluster of the European Commission and the author of a book titled “Nanopathology: the health impact of nanoparticles,” and on the Editorial Board of Journal of Biomaterials Applications and a member of the CPCM of the Italian Ministry of Defense.

Furthermore, her and her husband Dr. Stefano Montanari founded a laboratory called Nano-diagnostics for the evaluation of the pathological tissues of patients, it’s presently at the University of Modena and Reggio Emilia, Italy.

Recently, the Italian police raided their home, the police took all  digital assets that were owned by the the two nanopathologists, including laptops, computers, and flash-drives, basically years of work and research.

James Grundvig via the World Mercury Project describes what happened quite well:

“Because Gatti and Montanari had taken their research of nanodust and nanoparticles, from in-vivo (performed in a living organism) and in-vitro (performed in a test tube) to what unseen contamination might reside in vaccines in 2016, they came under the microscope of the United States, European, and Italian authorities. They had touched the third rail of medicine. They had crossed the no-go zone with the purported crime being scientific research and discovery. By finding nano-contamination in random vaccines, Gatti and Montanari revealed, for the first time, what no one knew: Vaccines had more than aluminum salts adjuvants, Polysorbate-80, and other inorganic chemicals in them, they also harbored stainless steel, tungsten, copper, and other metals and rare elements that don’t belong in shots given to fetuses, pregnant women, newborns, babies and toddlers developing their lungs, immune and nervous systems.”

The scientists published their work in January of 2017, titled, New QualityControl Investigations on Vaccines: Micro and Nanocontamination. If science wasn’t plagued by corruption, an investigation should have started, healthcare agencies would have become involved and vaccine safety policies would have come under intense scrutiny, but that never happened.

Below is a recent interview with the two, done by Surêté Vaccins, the quick description of the video reads,

“Two italian researchers have found nanoparticles are polluting almost all vaccines. The small size of these particles allow them to enter our cells and have a permanent inflammatory effect. Mrs Gatti was about to testify in parliament enquiry on vaccine damages of italian military courses but both researches have been raided by police and all their material has been taken away.”

Nano particles are very small bits of matter, and they can enter into the human body, as the pair of scientist discovered in the 90’s. This is why we have so much published research linking various chemical products, like cleaning agents, to the destruction of human health. These nano particles are produced by waste incinerators, car traffic, and many other different ways. Because they float in the air, we can inhale them, which means they enter our lungs and then enter into the blood within minutes. This leads to a number of problems. These particles are carried by the blood to every district of the body, as they explain in the video below. When they enter into the tissues, the body cannot get rid of them, and so those particles stay there forever and are the cause of various diseases we see today.

They explain how they’ve been analyzing and studying vaccines for the past 15 years.

“Both vaccine and the tissue, which was hit by the particles contained in the vaccines, because we  discovered that those vaccines were polluted by particles, those particles were contained equally in the vaccine and in the tissue, so we started to analyze vaccines.”

They go on to explain, with regards to their most recent vaccine study linked above,

“After a while, an Italian University sent us a student for her thesis, and we analyzed 19 different vaccines with her, finding all of them polluted by micro and nano particles. Then we went on analyzing them and now we analyzed about 30 vaccines with many samples of each vaccine, and, we discovered that they were all polluted…”

When all said and done, they analyzed 44 different vaccines. All of them contained these harmful particles, which are foreign bodies entering into the body. Whenever this happens, the body has a reaction, and it’s not good.

“Those foreign bodies, those particles, are like a bullet. If I shoot somebody, and that bullet makes a hole in the heart, it’s not very important if the bullet was made of stainless steel, of titatium, of iron whatever, what’s important is that that they punched a whole in the heart.”

In it, they talk a little bit about the study and what’s currently going on.

Original: https://needtoknow.news/2018/04/italy-doctors-found-metals-nanoparticles-vaccines-lab-raided/?fbclid=IwAR2N5XDjjmEpMWOpBAZraCwVvXUt4iPneOKN4WJRjNAd8tMVhNfZ05LSJuA