SOROS / 8 miliardi le elargizioni in Italia a varie entità: la maggior parte per promuovere le leggi italiane favorevoli all’immigrazione

Una barca di dollari elargita dalle generose casse della Open Society Foundations griffata George Soros ad associazioni e sigle italiane.
Il totale ammonta ad 8 miliardi e mezzo di dollari e concerne il biennio 2017-2018. A calcolarli l’Adn Kronos.
Ecco alcuni dettagli sui fortunati beneficiari.
In cima alla hit una misteriosa sigla, Purpose Europe Limited, che “non sembra riconducibile direttamente all’Italia – specifica l’agenzia – ma in riferimento al nostro Paese ha tra l’altro pubblicato nel luglio 2018 il rapporto ‘Attitudes towards National Identity, Immigration and Refugees in Italy”. Purpose Europe Ltd ha ricevuto, per questo suo impegno, la bella cifra di 1 milione di dollari. Un autentico terno al lotto.

Attestata al secondo posto, nella speciale classifica, ASGIl’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che si è vista recapitare da Open Society un bel bonifico da quasi 400 mila dollari, per la precisione 385 mila per il solo 2018.
Al terzo posto – udite udite – i Radicali italiani, che hanno ricevuto un cadeau perfettamente infiocchettato: quasi 300 mila, 298 mila per la precisione. Ma la motivazione li giustifica tutti, fino all’ultimo dollaro: dovranno, infatti, impegnarsi a “promuovere un’ampia riforma delle leggi italiane sull’immigrazione, attraverso iniziative che puntino a fornire aiuto agli immigrati e avanzare il loro benessere sociale”.
Sorge spontaneo un interrogativo: come mai neanche una mancia a + Europa della fedelissima Emma Bonino, che siede nell’international board della Open Foundation?
Al quarto posto si colloca IAI, vale a dire l’Istituto Affari Internazionali, presieduto dall’ex commissario europeo Ferdinando Nelli Feroci. Una sigla che non ha bisogno di grossi aiuti, ed invece fa bingo con la non disprezzabile cifra di 230 mila dollari. Il motivo? Deve continuare nella sua fondamentale azione “per educare e favorire il dialogo con gli attori politici sui nuovi approcci all’immigrazione e alle politiche di asilo europee, a beneficio di migranti, rifugiati e società ospiti”. Menù ottimo e abbondante.
Passiamo agli spiccioli. Tra le prime a beneficiarne alcune università di casa nostra. Come quella di Urbino, alla quale vanno 25 mila dollari per un progetto riguardante la “mappatura dell’informazione politica sui media italiani in vista delle elezioni politiche nel 2018”. Non si capisce bene quale sia lo scopo di tale indagine, ma tant’è: le casse targate Open sono davvero “aperte”.
Lo stesso appannaggio, solo qualche dollaro in meno (24 mila 828) per il Dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo di Perugia, per l’allestimento di “un workshop dedicato ai social media e alla comunicazione politica”.
Una spiccata predilezione – quella dei Soros boys – per le politiche d’informazione, soprattutto in vista delle elezioni.
Last but not least, un pensierino per i cittadini di Ventimiglia, scelto fior tra fiori per un regalino da 83 mila 500 dollari, stanziati nel 2018: si tratta di “revitalizzare il parco pubblico”. All’epoca il sindaco della cittadina, Enrico Ioculano, indossava la casacca del Pd.
In totale, la Open Society che fa capo al magnate di origini ungheresi, ha finanziato nel biennio 70 progetti.
Un miliardario filantropo che nel corso degli anni ha tentato la scalata per comprare non pochi paesi ai “saldi”, prima soffocandoli nelle sue spire finanziarie. Cercò un’operazione del genere perfino con l’Inghilterra inizio anni ’90, che costrinse anche l’Italia alla manovra “lacrime e sangue” decisa dall’esecutivo guidato da Giuliano Amato.
La storia si è ripetuta nel tempo, fino agli ultimi tentativi d’assalto alla Macedonia, in forte difficoltà finanziaria.
Ma il pescecane Soros, a bordo della sua corazzata Open Society, è sempre pronto a soccorrere gli immigrati di ogni Paese. In nome della solidarietà…

autore:  MARIO AVENA
link fonte:http://www.lavocedellevoci.it

Preso da: https://www.vietatoparlare.it/soros-8-miliardi-le-elargizioni-in-italia-a-varie-entita-la-maggior-parte-per-promuovere-le-leggi-italiane-favorevoli-allimmigrazione/

Laura Boldrini e la guerra all’uso del contante

Giovedì, 3 ottobre 2019 – 19:53:00

Il Governo prepara una durissima guerra al contante, che traccia il solco per un controllo totalitario sulla libertà finanziaria di ciascuno

di Andrea Lorusso
Laura Boldrini: “L’unica strada che abbiamo è la tracciabilità. Noi dobbiamo sapere chi spende e in cosa”
Laura Boldrini e la guerra all'uso del contante 

Un mondo in cui il contante non sia più stampato né circolante, non è un oscuro presagio, ma una concreta possibilità nel momento in cui questo andazzo legislativo fosse confermato e poi man mano rinfocolato. Si parte dai bonus per le carte di credito alle penalità per il denaro liquido, per poi, una volta invertito il paradigma, arrivare ad obblighi via via più stringenti.
Non è una cosa che si faccia dall’oggi al domani, è vero, ma non reagire ora significa porre la prima pietra per la tomba del contante libero. L’ex Presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto una affermazione agghiacciante: “Può sembrare dura, ma di fatto la tracciabilità è l’unica cosa che abbiamo. Noi dobbiamo sapere chi spende e in che cosa, la carta di credito ce lo fa sapere.”

A che titolo lo Stato dovrebbe conoscere ogni spesa del cittadino? Perché dobbiamo partire dalla presunzione di colpevolezza per il consumatore? Dov’è finita la privacy? L’uso obbligatorio delle carte significa tenere traccia di ogni spostamento, ogni bottiglietta d’acqua o caffè consumato, in quale bar, che regali si fanno, ogni anfratto della nostra vita verrebbe tracciato perché – piaccia o no – è dal flusso di denaro che ormai si può comprendere qualsiasi cosa.
Se facciamo una vacanza in Tibet, se il marito compra l’anello alla moglie o all’amante, se un uomo va a prostitute, o ha un problema medico per cui fa una visita specialistica, in qualsiasi posto del globo voi vi troviate, sarete sotto la lente d’ingrandimento del Grande Fratello.
Per non parlare delle implicazioni commerciali, i dati finanziari saranno appetibili e succulenti per i big data, i cookie, per la pubblicità mirata, e tutto si svilupperà a tenaglia per tracciare, riproporre e “carcerare” gusti, piaceri ed abitudini. L’abitudine è la più “bella” forma che ha il mondialismo commerciale per mantenere lo status quo di consumo.
Già oggi i più avveduti si renderanno conto che il loro smartphone tenga traccia di loro, senza avvisi particolari, senza che magari siano attive le mappe, dando alert Google su ristoranti, metodi di pagamento GPAY accettati o altre diavolerie. Un mondo in cui il denaro non è più libero, l’uomo non è più libero. Anche gli aiuti solidali tra conoscenti, gli spiccioli a bordo strada ai mendicanti, saranno inibiti; Qualsiasi forma di prestito tra amici o famigliari, tutto dovrà passare su delle piattaforme.
I nuovi sistemi potranno rendere straccione chiunque di noi con un click, l’insubordinazione non sarà più ammessa dall’Autorità. Immaginate una misura restrittiva – anche sbagliata come spesso accade – che d’imperio spenga i vostri chip, o anche un bug, un errore informatico o gestionale, non saremo più padroni della nostra capacità di spesa. Solo affittuari di pezzi di codice. Una fucilata al cuore delle politiche sociali, allo Stato di diritto liberale e liberista.
La moneta non sarà più legata a nessuna emissione, a nessun valore, a nessun spostamento, sarà un algoritmo a gestire le transazioni, e le transazioni a loro volta saranno soltanto algoritmo. Abbinatelo all’interazione uomo-macchina, ed ecco servita l’estinzione dell’essere umano. Sarà per questo che presto uscirà un nuovo Matrix al cinema?

Di Andrea Lorusso
FB @andrealorusso1991

Preso da: http://www.affaritaliani.it/politica/laura-boldrini-e-la-guerra-all-uso-del-contante-629314.ht

Sui migranti illegali continuano gli annunci bluff del governo

La Luiss, l’università della Confindustria, caccia un docente per un suo tweet “sovranista”.

Quella brutta aria di censura – di Marcello Veneziani – 25/09/2019
Ma che sta succedendo? La Luiss, l’università della Confindustria, non rinnova il contratto al professor Marco Gervasoni, docente ordinario e autore di molti saggi, per un suo tweet “sovranista”.

È ancora recente la “retata” con la generica accusa di istigare all’odio nei confronti non di una pagina precisa o di una persona, ma di varie persone legate a vario titolo a vari movimenti di estrema destra. È recente la censura alla pagina facebook che pubblica i miei scritti e la sospensione di Marco Di Eugenio, il curatore, per aver pubblicato 14 mesi prima un mio articolo ironico-politico tutt’altro che razzista, dal titolo Il prossimo segretario del Pd sarà negro. Dicono, ma è l’algoritmo che blocca automaticamente alla parola negro.
Peraltro è un’offesa alla negritudine, a Leopold Senghor, a chi rivendica di essere negro e un modo di censurare ignorando i contenuti e il senso dei testi. Ma non è questione di algoritmi. Censurare quattordici mesi dopo, e per giunta appena cambia un governo, non è un algoritmo ma è una deliberata censura. E che provenga da una delazione, rende ancora più sinistra l’opera dell’Ovra (oggi sta per Opera Vigilanza Repressione Antifascista).

Mi ferma un signore sul lungomare di Sanremo e mi dice che ha cercato ripetutamente di condividere un mio scritto apparso su La Verità e ripreso nella pagina facebook in cui si parla della sinistra come di un’associazione di stampo mafioso (lo diceva Pasolini a proposito della Democrazia Cristiana) e lo scritto è stato rimosso subito e sistematicamente. Analoghi riscontri ha avuto e ho avuto altrove. Ricevo ripetute segnalazioni di lettori, anche non politicamente schierati ma – guarda caso – di orientamento vagamente “sovranista”, che come è notorio allo stato attuale comprende un’infima…maggioranza del paese, che hanno ricevuto in vari luoghi, a partire dai social, censure, blocchi, oscuramenti.
Ma che sta succedendo? No, non siamo in dittatura, non esageriamo, non c’è carcere, e il fatto che io ve ne scriva lo può confermare. Non scherziamo col fuoco. Però la caccia al dissidente, ribattezzando razzista, fascista, nazista, sessista, xenofobo, omofobo, e via dicendo è aperta, e spesso viene istituzionalizzata in commissioni, osservatori e pressioni. E diventa minacciosa se si considera l’introduzione surrettizia di reati d’opinione, a livello nazionale e spesso a livello europeo; si comincia dalle frasi più sguaiate e dementi, tanto per gettare un po’ di fumo negli occhi ma poi si arriva alle opinioni divergenti, alle idee, alle culture non allineate al catechismo corrente.
Qualche fesso che si autodefinisce liberale, dice: ma i social sono gratuiti (ma sono poi veramente gratuiti, credete davvero che siano social di beneficenza?) e soprattutto sono privati, dunque possono ammettere ed escludere chi vogliono. No, signori, se voi entrate in qualunque esercizio privato, un negozio, un taxi o altro, non potete essere esclusi perché la pensate in modo diverso dal gestore o dal proprietario; tanto più se quel negozio è come i social, fondato sulla libera espressione e circolazione di opinioni. Se un social decide di schierarsi, come un giornale, lo dica espressamente e riconosca che è finita la sua missione social, universale, asettica, puramente tecnica ed è espressione di parte.
In secondo luogo, affidare a un gestore privato il compito giudiziario e ideologico di stabilire chi è nel giusto e chi no, è assai pericoloso. Zuckerberg annuncia di volerlo fare e riceve il plauso, guarda caso, del mondo progressista, liberal, radical. Ma un’azienda privata ha come suo primario, legittimo interesse il profitto e il vantaggio del proprietario o degli azionisti e dunque nel nome del profitto e dei suoi azionisti può ritenere conveniente o sconveniente secondo i governi e i poteri, valutando i casi in questione su quella base e magari nominando commissioni di vigilanza gradite ai potenti, che abbiano un orientamento prevalente anziché un altro o nessuno in particolare.
E poi i social sono sotto tiro dei governi e dei parlamenti nazionali che chiedono più tasse, controlli, limitazioni; dunque possono anche pensare a un baratto e non è da escludere che queste minacce politiche servano proprio a tenerli sotto schiaffo: noi chiudiamo un occhio ma voi addomesticate i vostri social, tappate la bocca ai dissidenti. Si chiama ricatto.
In passato abbiamo sentito anche da presidenti delle camere, parlamentari con ruoli significativi, auspicare commissioni, filtri, inquisizioni, insomma censura e “vigilanza democratica” contro il pericolo nero, artatamente mischiato con le fake news, per le quali non c’è bisogno di leggi speciali: se offendono qualcuno e sono infondate, ci sono i codici, c’è il reato di diffamazione, di calunnia, di notizie false e tendenziose atte a turbare, c’è la smentita… Non c’è bisogno di leggi speciali e connotate ideologicamente in modo unilaterale. Le leggi speciali in tema di opinione sono sempre restrizioni di diritti e libertà e anticamere di risvolti più inquietanti.
Dopo aver marcato un suo territorio virtuale, dopo aver emesso una sua moneta, ora il social annuncia che istituirà una corte, un suo tribunale, per dirimere questi casi. Non vi preoccupa che si crei uno Stato parallelo e sovrastante al nostro Stato, che non risponde pienamente a nessuno Stato e alle sue leggi, nel nome della sua extraterritorialità, del suo status sovranazionale e multinazionale?
Ogni singolo episodio non preoccuperebbe se non si inserisse in un contesto, un’escalation e una convergenza di poteri. Non sostengo affatto che le sparse denunce e limitazioni siano figlie di un Complotto ordito dall’alto e poi diramato. C’è però una preoccupante sintonia, uno squallido allinearsi, un pericoloso conformismo che mette in fila l’università pubblica e quella privata, l’ateneo della Confindustria, i social, i poteri mediatici e il mondo di sinistra, fino ai tribunali. Dai lib ai dem, dai padroni ai compagni, l’arco è vasto e variegato, ma quando si tratta d’impedire la circolazione di messaggi differenti, s’accodano, s’intruppano.

Preso da: https://www.vietatoparlare.it/la-luiss-luniversita-della-confindustria-caccia-un-docente-per-un-suo-tweet-sovranista/

Conte il nuovo Andreotti, e le manovre dell’antico potere che rappresenta

DI FAUSTO CAROTENUTO
coscienzeinrete.net

È stato dato l’incarico di governo a Giuseppe Conte, il professore. Ma chi è Conte? La situazione è complessa ma, per capirla, forse basta capire chi è Conte. I giornali non lo dicono. Si sa solo che, un giorno, il signor Bonafede (poi diventato ministro della giustizia) ha detto: io conosco un professore tanto carino, tanto bravo; perché non gli facciamo fare il presidente del Consiglio? E tutti hanno detto: ma sì, facciamoglielo fare. Ma chi ci crede, a questa favola per bambini? Quanti professori bravi avete conosciuto? Li avete presentati e gli hanno fatto fare il presidente del Consiglio?
Non è così, chiaramente, anche perché poi questo Signor Nessuno ha dimostrato che a livello internazionale tutti gli davano stranamente retta. Tutti ne parlano bene, adesso vogliono fargli rifare il Presidente del Consiglio. E comunque nel suo primo governo ha preso delle decisioni autonome – alla faccia dei 5 Stelle e della Lega – basandosi sul suo potere. Ma quale potere, visto che non ha un elettorato né una storia politica, non rappresenta cittadini né partiti, e che la sua unzione appariva puramente come quella di avvocato messo lì a coordinare l’esecuzione di un contratto fatto dalla due partipolitiche vere, Lega e M5S?

Che significa allora questa sua enorme, crescente autonomia? Che probabilmente rappresenta un grande potere, anziché essere “nessuno”. Ma diciamolo oggi, per la prima volta: il professor Giuseppe Conte altri non è che il successore di Andreotti. Letteralmente: nel senso che il potere che era dietro ad Andreotti, con la sua potenza di fuoco e la grande influenza che Andreotti poteva esercitare, era esattamente lo stesso potere che ha dietro Giuseppe Conte, e che attraverso Conte ha cominciato a manovrare, nuovamente, con la stessa potenza. Certo i due individui sono diversi e Andreotti si costruì un elettorato clientelare poderosissimo, che fu aggiunto al potere che era dietro di lui. Ma erano altri tempi, quelli nei quali i deputati dovevano ancora rappresentare gli elettori ed avere contatti con i territori… Mentre Conte, che si definisce l’”avvocato del popolo” dal popolo non ha mai ricevuto alcun mandato. Altri poteri non democratici glielo hanno conferito.
Ma ora che sta succedendo? Prima di chiarire ancora meglio perché e percome Giuseppe Conte ha questo tipo di potenza, vediamo che cosa sta facendo. Forse questo è più interessante del gossip su Conte, anche se lui rappresenta e fa capire molto bene quello che sta succedendo. E’ in atto un vero e proprio colpo di mano. Ma i colpi di mano politici, uno dopo l’altro, non servono a cambiare l’agenda politica del potere: servono solo a farla ingoiare a noi. Perché i governi del mondo, non nascondiamocelo, dipendono tutti da uno stesso potere, che al massimo si esercita in un paio di piramidi di potere, l’una contro l’altra. Ma l’agenda è la stessa. Tant’è vero che ormai tutti i più svegli dovrebbero essersi accorti che, quando un movimento o un partito va al governo, poi finisce sempre per fare le stesse cose che avevano fatto i governi precedenti, anche se nei suoi programmi c’era scritto il contrario.
Il caso del Movimento 5 Stelle, ultimamente, è evidentissimo: Tav, Tap, Muos, vaccini, acqua ai privati, spese militari… e chi più ne ha, più ne metta. Com’è che poi uno quando va al governo si ritrova a fare sostanzialmente le stesse cose dei governi precedenti? Perché è tutto un gioco, per fare sempre le stesse cose. E quali sono? Quasi tutti i governi del mondo, tutti i grandi partiti, tutti i movimenti (che sono infiltrati e condizionati in ogni modo dai grandi poteri finanziari e occulti) seguono l’agenda che viene loro dettata.
E qual è l’agenda? Noi ne parliamo da anni: il più grande fenomeno della storia, che è ora in corso, è il risveglio delle nostre coscienze. Le agende dei poteri anti-coscienza vogliono frenare il risveglio delle coscienze: perché altrimenti, più la gente si sveglia, e meno certi poteri possono imperversare. Per contro, più questi poteri imperversano, e più le coscienze si risvegliano (quindi, certi superiori poteri “bianchi” vogliono che questo avvenga). Quindi le forze anti-coscienza, le forze di manipolazione mondiale che controllano tutti i governi del mondo e tutti i partiti e le istituzioni principali, hanno come obiettivo proprio questo: frenare il risveglio. Ma come avviene, il risveglio? Il risveglio è la gente che, da un giorno all’altro, dice: io voglio capire come stanno le cose; io voglio il bene, voglio fare il bene, voglio salvaguardare la Terra, la salute; non voglio farmi dominare, voglio fare cose buone per me e per gli altri, eccetera.
Come si fa a frenare tutto questo? Semplice: si attaccano tutti i corpi umani, sia quelli densi che quelli sottili. Quindi: Big Pharma si incarica di avvelenare i corpi insieme all’industria alimentare, i vaccini indeboliscono le strutture vitali, la cultura (completamente depravante, deviata: droghe, alcol, forme pensiero e artistiche degradanti) serve ad addormentare la gente, a deviarla. Il teatrino della politica serve a non farle capire niente, la finanza serve a schiavizzare sempre di più la gente, a indirizzarla solo verso i beni materiali e a non farle avanzare nulla che possa servire al bene delle coscienze. Questa agenda consiste anche nel far litigare le persone, metterle l’una contro l’altra, creare le guerre, far crescere le spese militari: cioè, un disastro. E il disastro serve a trattenere il risveglio, anche se poi -per reazione- lo provoca ulteriormente, almeno nella parte più desta della popolazione. Ma intanto l’agenda di questi gruppi, attraverso i governi e la finanza internazionale, cerca in tutti i modi di indebolire le strutture mentali, culturali, animiche, psichiche e fisiche delle persone.
Tutti i governi perseguono questa agenda. Certo, devono cercare di non farsi scoprire: nessuno se ne deve accorgere. Ma tutti alla fine obbediscono: tutti proteggono Big Pharma, l’alimentazione sbagliata, la chimica, i campi elettromagnetici, le spese e gli interventi militari. Lo fanno tutti, anche quelli che (lo abbiamo visto di recente) dicevano che non lo avrebbero mai fatto. Questa è una realtà, di fronte alla quale ci dobbiamo svegliare. E c’è un’altra importante strategia che viene attuata per fare in modo che il risveglio non avvenga, o si rallenti, o comunque non acquisti efficacia sociale e politica. Il risveglio avviene in modo orizzontale, da persona a persona, seguendo l’esempio, le piccole grandi cose fatte da movimenti e gruppi, a favore della Terra e degli altri. Allora, il timore di questi gruppi di manipolazione è che prima o poi questi movimenti, queste azioni indipendenti si organizzino e diventino un po’ alla volta potere, controllo di territori, di comuni, di regioni e poi di nazioni.
Visto che il movimento del risveglio è orizzontale, l’unico modo per frenarlo è verticalizzare. E quindi, fare in modo che la gente perda il controllo delle istituzioni, che non abbia più parlamentari di riferimento, e comandino sempre di più strutture verticali e centralizzate (finanziarie, di potere, commerciali, politiche) che sfuggono al controllo della gente. E infatti nessuno di noi cittadini decide chi sono i leader europei o i leader mondiali: nessuno. Questa è l’agenda che vogliono portare ulteriormente avanti, per arrivare a uno Stato Mondiale centralizzato, del quale l’Europa – sempre più unita e sempre più diretta da poteri oscuri – è un passaggio fondamentale. Incaricati di portare avanti questa agenda sono certi poteri, certi uomini, certi partiti. Ma siccome la gente si sta svegliando, dopo un po’ quei partiti non li sopporta più: si rende conto che non fanno gli interessi dei cittadini, ma quelli della finanza, di certi gruppi, di certi poteri. E quindi gli uomini, le formule, i partiti, gli strumenti che servono ad addormentare la gente vanno continuamente rinnovati, perché altrimenti la gente non ci casca più. E allora gli uomini che hanno portato avanti queste linee – si chiamino Ciampi, Monti, Prodi, Berlusconi… – devono essere cambiati, perché la gente non li segue più. E la gente è importante: senza l’illusione della gente, il potere non avrebbe le proprie basi. Per questo è costretto a rinnovarsi.
Cos’era successo, ultimamente? Nessuno credeva più al Pd, ai professori, ai Monti, ai Prodi. Nessuno credeva nemmeno più a Berlusconi, troppo squalificato. Serviva un rinnovamento. E questo scontento che stava crescendo era di due tipi: uno di destra, para-fascista, e uno – diremo – progressista, buonista (anzi, rivolto proprio verso il bene: tanta gente che voleva il bene, l’ecologia, la liberazione da questo contesto politico schiavizzante e dipendente solo da poteri che sfuggono alle persone). Per il primo gruppo, diciamo “di destra”, fondato sugli egoismi individuai e sociali, è stata creata e alimentata la Lega. E questa doveva portare avanti i peggiori sentimenti dell’umanità – ma in fondo anche nella direzione giusta, quella cioè di liberarsi da gruppi veramente terribili, rappresentati soprattutto dal Pd.
Dall’altra parte c’erano i benpensanti, che una volta si sarebbero detti “di sinistra”, quelli che volevano il bene: per loro è stato creato il Movimento 5 Stelle, per incapsulare il loro giusto scontento, la loro giusta voglia di libertà. Ma il 5 Stelle è stato creato da un comico seduttore appoggiato da poteri come Casaleggio, perfettamente integrati alla finanza internazionale. Quindi, cosa ci si poteva aspettare? E allora i ragazzi benpensanti e buoni che sono caduti in questa rete hanno impresso il loro giusto entusiasmo e sono stati ben lanciati, hanno preso tantissimi voti…. E alla fine di questo processo di finto rinnovamento ci siamo trovati un governo fatto da quelli che erano stati creati apposta per incapsulare in qualche modo lo scontento, sia di destra che dei benpensanti. Naturalmente, entrambi gli strumenti erano pilotati fin dall’inizio, altrimenti non li avrebbero lasciati agire su vasta scala. Allora si è deciso che potevano fare un governo, ma questo governo non doveva far danni più di tanto, e soprattutto non doveva interferire con l’agenda antirisveglio dei poteri superiori.
A cosa serviva, un governo del genere? A fare da “bau-bau”. Cioè: a fare in modo che tanta gente e tanti gruppi di interesse si spaventassero: e che si è spaventassero soprattutto della Lega. E serviva a fare in modo che i vari gruppi politici sparsi nel resto dell’arco politico e sociale dicessero: mah, è meglio riunirsi, perché altrimenti questo Salvini così duro e para-fascista conquista tutto il potere e ci crea un sacco di problemi (economici, coi mercati, con l’Europa). Senza questa grande emergenza suscitata dal “bau-bau” Salvini (appositamente creato e facilitato per anni dal potere) non si sarebbero mai messi insieme Pd e 5 Stelle. Tutto questo serviva a fare in modo che Pd e 5 Stelle si mettessero insieme, e che una parte degli italiani dicesse pure: ma sì, perché no, facciamo risorgere dalle tombe i fantasmi del Pd; facciamo risorgere tutti quei servi del potere, che abbiamo già visto come tali, perché in fondo, di fronte a minacce peggiori, è meglio così.
E adesso il Movimento 5 Stelle si troverà coi piedi completamente bloccati nella melma: già non riusciva a muoversi prima, col governo precedente, con Salvini ( ma non voleva muoversi nemmeno la dirigenza vera del 5 Stelle, ed ha cambiato opinione su tutto) e adesso sarà ancora peggio. In mezzo a tutti i professori del Pd, collegati ai meccanismi del potere internazionale, il Movimento 5 Stelle avrà solamente il diritto di schiacciare il bottone per dire “sì”, altrimenti ci sarebbe la crisi di governo. Però diciamolo francamente e con chiarezza, anche se questo farà male a molti entusiasti: il 5 Stelle in fondo è stato creato apposta, per traghettare nel cortile del potere, un’altra volta, i benpensanti che ne erano usciti.
Il governo gialloverde doveva portare avanti un’agenda che sembrava nuova, ma non fino in fondo; e poi non doveva fare danni, più di tanto. E quindi, per non fargli fare danni, un uomo – non del potere, ma del super-potere – che si chiama Giuseppe Conte, è stato tirato fuori dal cilindro per fare il presidente del Consiglio. Lui ha cercato di limitare i danni per i suoi referenti e, in qualche modo, di arrivare a un nuovo equilibrio.
L’iniziativa della crisi di governo l’ha presa Salvini? Sì, ma Salvini era anche ricattato per la questione dei rubli. Salvini era anche qualcuno al quale probabilmente era stato detto chiaramente: “guarda che a un certo punto ti devi togliere di mezzo; ti abbiamo fatto crescere, ma non esagerare.” E poi in fondo non ha fatto grossi danni: si è esercitato un po’ a fare il duro con gli immigrati, dei quali al potere in effetti non importa nulla, se non adoperarli disumanamente come strumento di tensione e di pressione su di noi.
Quindi, l’agenda vera di tutte le cose importanti, 5 Stelle e Lega l’hanno portata avanti lo stesso: vaccini, Tav, Tap, spese militari, alimentazione sbagliata, campi elettromagnetici cultura depravante… Non hanno fatto danni, al potere.
Però adesso, visto che l’opinione pubblica era stata ingannata dai “bau-bau”, e si potevano rimettere insieme tutti i gruppi, col Pd, si poteva passare a una fase nuova. E naturalmente, l’uomo della fase nuova è lo stesso che aveva dato le garanzie per il governo gialloverde: Giuseppe Conte.
Ma chi è Giuseppe Conte? E’ un ragazzo che ha studiato al Collegio Nazareth di Roma, tenuto da una fondazione di un cardinale del Vaticano. In questo collegio vengono fatti studiare dei ragazzi che poi saranno quelli che faranno gli interessi del Vaticano in giro per il mondo. E chi è stato il capo di questa fondazione, negli ultimi anni? Il cardinale Achille Silvestrini. Stranamente, il più grande protettore di Giuseppe Conte è morto proprio ora, nel giorno del reincarico a Conte. Ma i poteri vaticani non tremano: creeranno comunque una sostituzione, come fanno da 2700 anni.
Ma chi era Silvestrini? Era il potere della curia romana dietro ad Andreotti. Questo lo sanno tutti quelli che si occupavano di quelle cronache. Da chi prendeva ordini, Andreotti? Dal cardinale Silvestrini, uno dei capi della curia romana. Che era il discepolo, il successore del potentissimo cardinal Casaroli.
Silvestrini è stato anche quello che ha manovrato perché i gesuiti arrivassero al potere, con l’elezione di Bergoglio: quindi, in questa ultima fase Silvestrini è stato un uomo ancora più potente, se possibile. Era anziano, certo, ma restano i suoi. Chi sono? Uno di loro, sempre nel Collegio Nazareth dove studiava il buon Conte, faceva il direttore: monsignor Pietro Parolin.
Chi è, oggi? E’ l’uomo più potente della Chiesa dopo Bergoglio, in questo momento: è il segretario di Stato del Vaticano. E’ quello che strillava in tutti i modi, appena Salvini diceva qualcosa. E’ quello che, anche se gesuita non è, rappresenta il nuovo potere gesuitico. E con lui c’è una serie di altri uomini, legatissimi a Conte. Gli esperti di Vaticano sanno (e qualcuno l’ha anche scritto) che Conte, probabilmente, è in Italia il professore più introdotto e più appoggiato dal Vaticano. Non stiamo parlando, quindi, dell’”amico di Bonafede”: stiamo parlando di uno che ha dietro lo stesso, identico potere che aveva Andreotti. E tutti sanno quale enorme potere esercitava Andreotti. In una fase così delicata, serviva uno come lui per tenere sotto controllo il governo gialloverde, e poi per trasformarlo in un governo giallorosso.
Serviva Conte, per portare l’opinione pubblica che era contro il Pd – contro i professori, contro i fantasmi del passato – esattamente, nuovamente nelle mani di quei fantasmi del passato. E la cosa oggi è riuscita, anche perché il filo-gesuita presidente non aveva problemi in questo senso, e non ne aveva nemmeno il filo-gesuita Renzi, che faceva gli esercizi spirituali tutti gli anni dai gesuiti. Nessuno dei due aveva problemi ad avviare questa svolta, né Conte né Renzi. E guardate un po’: nessuno si è mosso, contro di loro. Anzi, tutti stanno esultando: lo spread cala, persino Trump elogia Conte (non elogia più Salvini, adesso elogia Conte); tutta la dirigenza europea – Juncker, Tusk, Oettinger, la Merkel – sta elogiando Conte dicendo che favorirà l’Italia in tutti i modi. Lo stesso Renzi favorisce Conte, ma lo fa anche Grillo: favorisce uno che non era dei suoi, e praticamente l’ha messo sopra ai suoi – a dirigerli, a controllarli: con poche dichiarazioni, Grillo ha tolto quasi tutto il potere a quelli che pensavano di essere i suoi e li ha ridotti ad una stampella del Vaticano e dei peggiori poteri mondialisti. Questo è quello che sta succedendo.
Cosa ci dobbiamo aspettare? Questo governo non resterà immoto: tenterà in tutti i modi di avviare un’agenda europeista e verticalista ancora più efficace. Adesso possono riprendere l’agenda in maniera molto forte, perché c’è stata l’emergenza: chissà quali passi ci aspettano. Cose di tipo montiano, che sono avvenite con i Prodi, con i Ciampi, con i Monti, con i Letta: aspettiamocele da Conte. Come la crescente schiavizzazione al potere mondialista europea e la ulteriore svendita dell’indipendenza, della libertà e sovranità del nostro Paese.
Tutto questo, però, non è detto che vada esattamente in porto: perché il potere è fatto di almeno due gruppi che lottano l’uno contro l’altro; e quindi, nella lotta per il predominio, può anche darsi che, con gli sgambetti reciproci, le cose non filino esattamente come previsto.
Comunque sia, questo ci indica diverse cose. Primo: non dobbiamo credere ai governi. Poi non dobbiamo credere ai partiti che ci presentano. Non dobbiamo credere ai comici seduttori. Non dobbiamo credere a nulla, perché le carte che i media ci presentano sono tutte fasulle.A chi dobbiamo credere?Alla nostra capacità di intervenire nelle situazioni locali, di fare il bene intorno a noi, di formare gruppi e movimenti che controlliamo senza delega, dove noi possiamo fare il bene direttamente e crescere, come coscienze, direttamente.
Loro vogliono il verticale? E noi dobbiamo fare l’orizzontale.Noi non riusciremo a entrare nel verticale, perché quello richiede una delega che ora è controllata solo da loro ed a loro finisce per essere affidata, comunque si mascheri. Occupiamoci dell’orizzontale – ma non facciamoci prendere in giro, da questi qua.E ce la faremo, perché ci sono anche delle grandi forze “bianche”, dietro a tutto questo, che non vedono l’ora che l’umanità si svegli (e lo sta facendo) per aiutarla. L’importante è che noi ci mettiamo in moto: se, e solo se ci mettiamo in moto, verremo anche aiutati.

Fausto Carotenuto
Trascrizione rivista del video:
https://www.facebook.com/Coscienzeinrete/videos/374995840062706/,
Per approfondimento vedi anche il video precedente:
https://www.facebook.com/Coscienzeinrete/videos/2222613287848235/
Il libro di Fausto Carotenuto “Il Mistero della Situazione Internazionale

Fonte: https://coscienzeinrete.net
Link: https://coscienzeinrete.net/conte-il-nuovo-andreotti-e-le-manovre-dellantico-potere-che-rappresenta/
03.09.2019

Originale con video: https://comedonchisciotte.org/conte-il-nuovo-andreotti-e-le-manovre-dellantico-potere-che-rappresenta/

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I LEGAMI FRA BOERI, DE BENEDETTI E SOROS… ECCOVELI QUI

23 luglio 2017
https://i1.wp.com/scenarieconomici.it/wp-content/uploads/2017/07/boeri-soros.jpg?ssl=1
Grazie ad un nostro attento lettore  dalla memoria lunga (Grazie Fabrice) siamo in grado di darvi qualche chicca storica sui legami fra Deb Benedetti, Soros e Boeri
Un pezzo di Verdirami dal Corriere dell Sera di qualche anno fa
«Quando Francesco Rutelli è entrato ieri al numero 888 della Settima Avenue per conoscere George Soros, le presentazioni erano di fatto già avvenute. Perché il leader della Margherita era stato preceduto da una lettera inviata giorni fa da Carlo De Benedetti. Poche righe in cui l’Ingegnere aveva tracciato al potente finanziere il profilo dell’ex sindaco di Roma, definito «un giovane brillante politico italiano”. I rivali di Rutelli diranno che si è fatto raccomandare, che per essere ricevuto si è valso di una lettera per accreditarsi. Ma la tesi stride con la genesi dell’incontro, se è vero che l’idea risale a due settimane fa, e che l’approccio è avvenuto via email. Con la posta elettronica Lapo Pistelli provò infatti a contattare il magnate americano. Il responsabile Esteri dei Dl si trovava insieme a Rutelli a Cipro per un incontro del Partito democratico europeo: studiando l’agenda del viaggio negli Stati Uniti, si accorsero che mancava qualcosa, “ci sono gli appuntamenti politici, però ne servirebbe uno con il mondo della finanza”. è una storia tipicamente americana quella capitata al capo della Margherita, visto che quando partì il messaggio nessuno pensava di ottenere risposta, “nessuno in Italia – commenta Pistelli – si sognerebbe di entrare in contatto così con un industriale o un banchiere”: “La storia del nostro incontro con Soros dimostra che in America, dall’altro capo del telefono o del computer, c’ è sempre qualcuno pronto a darti attenzione”.»

Quindi De Benedetti è in grado di metter in contatto diretto con Soros, con ui ha famigliarità. Del resto l’anello di congiunzione è il banchiere svizzero Edgar de Picciotto che è nel CdA di Quantum Fund , fondato da Soros, ma il cui figlio è stato nel CdA della Olivetti di De Benedetti negli anni 80. Per conoscere in quali affari sia De Picciotto e le sue banche TBA e CBI, cercate sul web….
Del resto, parliamo chiaro, è stato De Bendetti a volere all’INPS Boeri, come ricorda bene anche Dagospia…

Potete leggere l’articolo originale QUI.
Non possiamo poi dimenticare che SOROS fu invitato al Festival dell’Economia di trento nel 2012, proprio quando era presidente del comitato scientifico  TITO BOERI, che non mancò di invitare, guarda caso, anche DE BENEDETTI.
Trovate in questa pagina l’invito a Debenedetti, e in quest’altra l’intervento di Soros.
Insomma TITO BOERI lavora a braccetto con chi sostiene la “Open Society”, cioè una società “Aperta” si, allo sfruttamento economico ed alla distruzione culturale. Perchè se una nazione vuole svilupparsi in modo autonomo, usando le proprie risorse, allora è “CLOSED”…
Con questo chiudiamo il quadro complessivo che spiega l’intervento di Tito Boeri tramite i suoi collegamenti con Soros e con De Benedetti…

Preso da: https://scenarieconomici.it/i-legami-fra-boeri-debenedetti-e-soros-eccoveli-qui/

Morto che parla: le bugie di Prodi e la Repubblica senza idee

8/6/2018
Romano Prodi, ancora lui. «Due volte presidente del Consiglio», lo presenta Simona Casalini su “Repubblica”, evitando di evidenziare le funzioni rivelatrici che ne illumiano il curriculum: privatizzatore dell’Iri, presidente della Commissione Europea e advisor europeo della Goldman Sachs, la cupola di “bankster” che ha infiltrato le economie nazionali per saccheggiarle crocifiggendole al debito, come la Grecia a cui lavorò Mario Draghi. Ma, per “Repubblica”, nel giugno 2018 – con Di Maio e Salvini e al governo – Romano Prodi è ancora il “due volte presidente del Consiglio”, l’autorevole “professore” interpellato sull’Italia come fosse un economista di Sydney, un osservatore neutrale e nobilmente estraneo al disastro italiano. Al forum “La Repubblica delle Idee”, Prodi risponde alle affabili domandine del direttore del quotidiano di De Benedetti, Mario Calabresi, affiancato dal collega de “L’Espresso”, Marco Damilano. «La gente non ha più fiducia nelle democrazie», proclama soavemente Prodi, fingendo di non sapere che in quest’Europa è stata proprio la democrazia a trionfare in Gran Bretagna addirittura con un referendum, mentre ora in Italia – sempre a suon di voti – ha mandato a casa l’ex inaffondabile euro-Pd. Se c’è una notizia è proprio la riscoperta della democrazia come possibilità. E i direttori del gruppo Espresso lasciano che il super-tecnocrate italiano dica il contrario esatto della verità.
Romano ProdiIl crollo generale di fiducia – non “nelle democrazie”, com’è evidente, ma negli euro-governi non democratici – secondo Prodi nasce da «un problema di diritti», palesemente conculcati. E ammette: «Bisogna cambiare registro. La disparità è aumentata in quasi tutti i paesi del mondo proprio perché i governi democratici hanno adottato modelli fiscali e di welfare che hanno aumentato la disparità». Dov’era, il “professore”, mentre tutto ciò accadeva? Su Marte, potrebbe pensare il lettore, se non sapesse che Prodi era prima all’Iri, impegnato a tagliare le gambe all’Italia, per poi “finire il lavoro” tra Bruxelles e Palazzo Chigi, lautamente ricompensato da Wall Street. “Chi sei e da dove vieni” dovrebbero essere l’abc del giornalismo? Nei film, forse.
Nella realtà, Mario Calabresi “incalza” Prodi chiedendogli di esercitare il suo apollineo intelletto misurandosi su giudizi temerari, come quello concernente la vera natura del neonato governo gialloverde. Per la precisione: l’orientamento del neo-premier. «Conte? E’ di destra», sentenzia (in qualità di astrologo)  il “professore”, per quarant’anni al servizio della destra economica neoliberista. Ormai l’Italia è spacciata, ripeteva, da Palazzo Chigi: l’economia del mondo è in mano a grandi “cluster” industriali, di fronte ai quali il made in Italy – piccola e media impresa – può solo estinguersi.
Damilano e CalabresiAmbasciatore prescelto dall’Impero globalista per piegare le ultime resistenze della sinistra sociale, l’ipocrita Prodi – travestito da cattolico “di sinistra” – tiene ancora banco, tra gli addetti alla non-informazione quotidiana. «Quando si governa ci sono decisioni che sono di sinistra e altre di destra», pontifica il grande rottamatore dell’Italia, sfoggiando il suo cinico pragmatismo (così apprezzato, da Bruxelles a Washington). «Serve un progetto politico», brontola, pensando all’ex finta sinistra da lui un tempo guidata. Auspica «un ampio, largo dibattito collettivo nel paese». Velenose falsità, come sempre, anche sull’euro-mostro chiamato Unione Europea: «Se qualcuno si vuole male esce dall’Europa». L’euro? «L’introduzione della moneta unica doveva essere accompagnata da molte altre decisioni e invece siamo rimasti a metà». Che peccato. Ma vorrebbe suscitare tenerezza l’amarcord da coccodrillo in lacrime che riserva all’ingenua platea della “Repubblica delle Idee”: «Kohl mi disse che i tedeschi erano contro la sua introduzione ma lui lo volle a tutti i costi perchè era anche un forte simbolo di pace, raccontandomi che suo fratello era morto in guerra».
Kohl, sì: il cancelliere che telefonava a Roma, dando ordini – da Berlino – al governo italiano. Per la precisione, pretendeva l’allontanamento dell’economista keynesiano e progressista Nino Galloni, il funzionario strategico che lavorava (con Andreotti) per parare i colpi mortali di Maastricht. E sua eccellenza Prodi, il “professore”? Era impegnato a smontare l’Iri, per poi prepararsi a spiegare – all’Italia ormai declassata – che avrebbe dovuto subire 25 anni di disgrazie, presentate come “sacrifici” purtroppo inevitabili, nel mondo-cluster visto come l’unico possibile dal globalizzatore fatalista e reazionario Romano Prodi, massimo architetto della “democratura” italiana sottomessa a poteri privati e famelici. Il ruolo di quei poteri, i soli e veri decisori, non è neppure lontanamente evocabile – né ora né mai – nelle sacrestie provinciali del nuovo feudalesimo imperiale e nei servili retrobottega della macchina che fabbrica notizie false e pensieri deprimenti. Il paese è in rivolta a causa del declino nel quale è stato precipitato? Ovvio, per “Repubblica” ed “Espresso”, chiedere lumi proprio all’uomo che, più di ogni altro, quel declino ha organizzato, prima come privatizzatore e poi come liquidatore fallimentare del paese. Bel tipo, il “professore”: pagato dai banchieri, s’intende, ma pur sempre “di sinistra”.

Preso da: http://www.libreidee.org/2018/06/morto-che-parla-le-bugie-di-prodi-e-la-repubblica-senza-idee/

Dittatura finanziaria: il piano segreto delle élite per la conquista del potere


Calato il sipario su queste elezioni e appurato che sono stati puniti i partiti filo-UE, in attesa di capire che cosa avverrà tra possibilità di inciuci, patti e larghe intese per la “salvezza nazionale” per relegare all’opposizione il centrodestra, possiamo trarre diverse riflessioni. La prima è che è stata la campagna elettorale italiana peggiore di sempre, soprattutto per il clima di violenza che si è riversato sulle strade con episodi gravissimi. È come se il fenomeno degli haters fosse sgusciato dai social network per contagiare l’intera società, mostrando così il lato peggiore dell’umana convivenza: la disperazione ha assunto il profilo della follia sociale.
Invece di puntare sui programmi elettorali, tutto è stato spettacolarizzato e banalizzato. Si è focalizzata l’attenzione sugli slogan  triti e ritritida salotto televisivo e si è distratta l’opinione pubblica sulla lotta tra fascismo e antifascismo (utilizzando così due regole auree della manipolazione sociale, il divide et impera e la distrazione delle masse dai veri problemi).
Il popolo però non ha rinunciato all’idea concreta del cambiamento o almeno a sognarlo. Ora vedremo se era l’ennesima illusione, se il potere ha trovato altri burattinai da manovrare per eterodirigere le masse, oppure no…

Il vero nemico è il liberismo: l’elettorato si oppone alle élite tecnofinanziarie

Sembra però che la propaganda filo-UE si sia arenata contro i problemi “reali”: crisi, disoccupazione, pensioni, sanità, ecc. Ne parlavo già nello scorso articolo in cui analizzavo le dimissioni di Renzi da segretario del PD.
Il risultato delle elezioni mostra che la popolazione sono stati puniti severamente tutti i partiti filo-Bruxelles, neo-liberisti e mondialisti.
Ciò non significa che le forze che hanno guadagnato più voti siano realmente dei partiti antisistema, questo lo potremo appurare tra qualche mese, ma che l’elettorato, stanco di promesse e mancate riforme, ha orientato la propria preferenza su quei partiti o movimenti considerati “populisti” ma che sulla carta sembrano opporsi alle élite tecnofinanziarie e ai poteri forti.
Sulla carta perché già si prospettano degli scenari inquietanti con un governo con la Bonino a capo della coalizione M5S-PD per tranquillizzare  i  poteri eurocratici. Mentre, come notava Blondet «lo sviluppo rivoluzionario sarebbe un’alleanza del Movimento 5 Stelle con Salvini –  avendo l’elettorato dato una maggioranza  oltre il 50%  alle formazioni “populiste” e sovraniste (o credute tali, come i M5S), comunque anti-sistema».
Per capire come siamo arrivati a questo risultato consiglio la lettura di Dittatura finanziaria. Il piano segreto delle élite dietro la crisi economica per conquistare il potere, il nuovo libro dell’amico Francesco Toscano pubblicato da Uno Editori nella collana Revoluzione, con la prefazione di Diego Fusaro.
Un saggio che consiglio a tutti coloro che vogliano approfondire tematiche all’apparenza complesse che l’autore riesce invece a rendere in modo chiaro, divulgativo e a tratti persino sarcastico.
Potremmo dire, in estrema sintesi, che i “nemici” contro cui si accanisce la penna di Toscano sono i sostenitori dell’élite tecno-finanziaria che sta riducendo in schiavitù i Paesi della zona UE e che ha polverizzato la Grecia. Un testo che approfondisce il legame tra mondialismo, mercato, trattati europei, che mostra i retroscena del totalitarismo liberal-libertario dell’Unione Europea come compimento del capitalismo assoluto, deregolamentato e post-nazionale. Ma che, soprattutto, non si abbandona allo sconforto e propone delle soluzioni per invertire la rotta e ripartire.

Dittatura finanziaria: il piano segreto delle élite

L’autore documenta il processo di destrutturazione del primato politico degli Stati sovrani nazionali, volto a favorire un’élite finanziaria e a precarizzare la società.
Lo sintetizza Fusaro nella prefazione:
«L’Unione Europea, fin dal suo atto genetico (Maastricht, 1992), si è venuta configurando come l’apoteosi del capitalismo finanziariodenazionalizzato, spoliticizzato a beneficio esclusivo della nuova aristocrazia finanziaria e palesemente ai danni del vecchio ceto medio borghese e del proletariato, entrambi in fase di riplebeizzazione e di pauperizzazione programmata».
Il testo si focalizza sul nazismo tecnocratico (pensiamo alla famigerata troika, formata da UE, BCE e FMI, tre istituzioni tecnocratiche mai influenzate da prassi e metodi democratici o controllabili dal basso).
Il nazismo tecnocratico ha due obiettivi principali:
– dividere la società in classi differenti,
– e trasferire la sovranità dal popolo a una invisibile élite tecnocratica, una vera e propria oligarchia finanziaria mondialista che di certo non ha interesse per le sorti del popolo.

Nazismo tecnocratico e nazismo del passato

Anzi. Toscano individua un fil rouge tra l’odierno nazismo tecnocratico e il nazismo del passato che si può sintetizzare nell’odio per l’Uomo:
«Dietro l’ansia di smantellare tutte le conquiste sociali dell’ultimo secolo si intravede un fanatismo sospetto che tradisce un odio profondo contro l’Uomo. Un fanatismo che rischia di condurre l’Europa alla catastrofe totale. Il nazismo tecnocratico rappresenta un fenomeno potente e inquietante proprio perché sconosciuto e non compreso. Un fenomeno che − seppur unitario nel suo sovraintendere l’imposizione della “globalizzazione” − riesce a mostrare volti differenti a seconda dei diversi luoghi di intervento: tanto arcigno, tecnocratico e politicamente corretto in Europa, quanto brutale, violento, sanguinario e corrotto in Medio Oriente».
Il nazismo tecnocratico non è pertanto la prosecuzione del nazismo classico, è un fatto nuovo che conserva però con il nazismo originale lastessa furia distruttiva, applicando metodi molto diversi nel tentativo di raggiungere però simili obiettivi.

Se le sinistre si sottomettono agli interessi del capitale finanziario

Questo è il vero nemico che si dovrebbe combattere, mentre attraverso il metodo del divide et impera si genera caos per ottenere un ordine fittizio che era stato preordinato, deciso dall’alto. «L’impoverimento generalizzato della società europea» spiega Toscano «dovrebbe favorire il riemergere prepotente delle forze socialiste e di sinistra, teoricamente protese per natura nella difesa degli interessi dei più deboli. In realtà le sinistre al potere si sono dimostrate prone rispetto agli interessi del grande capitale finanziario che massimizza i suoi effetti distruttivi in regime di libera circolazione».
Insomma, Toscano ricostruisce il processo lenta agonia a cui i Paesi UE sono sottoposti e mostra il costituirsi di una dittatura dolce e strisciante che con i suoi mantra politicamente corretti costringe i popoli ad allinearsi al pensiero unico, inducendo i servi ad amare le proprie catene.
via UnoEditori

Preso da: http://www.ninconanco.info/dittatura-finanziaria-il-piano-segreto-delle-elite-per-la-conquista-del-potere/

PAROLA D’ORDINE IN ATTO: DIMEZZARE LA POPOLAZIONE MONDIALE

7 marzo 2018,
di Gianni Lannes
L’ennesima prova parla chiaro: un accordo fra Germania e Stati Uniti d’America – datata 14 aprile 1971 – per il rilascio del tossico bario nell’atmosfera.

Un’operazione segreta per i comuni mortali, curata nei dettagli, come al solito, da Nasa e Max Planck Institute.
In realtà, il primo esperimento per la dispersione di bario in cielo, è stato realizzato in Sardegna nel 1963, sempre a cura dei medesimi criminali in camice bianco e divisa d’ordinanza che stanno avvelenando dall’alto mezzo mondo.
Grazie anche alla tacita connivenza dei governi fantoccio, come quello italidiota, che non stato eletto dal popolo sovrano, ma imposto da un presidente abusivo secondo la Corte Costituzionale (pronunciamento del 4 dicembre 2013: in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per farlo decadere ufficialmente, insieme al govermo e al parlamento).

Torino (8 gennaio 201245): scie chimiche – foto Antonio Bassi

Mister Matteo Renzi, ora lei ha soltanto una possibilità se vuole almeno salvare la faccia in zona Cesarini:chiedere scusa in primis al popolo italiano e agli iscritti al PD, per la dichiarazione resa in tv, alla Rai, nella trasmissione Ballarò, senza contraddittorio pubblico, in cui ha annunciato un trattamento sanitario obbligatorio per quelli del suo partito che avvistano le scie chimiche.
E’ praticamente impossibile negare un fenomeno così evidente, a meno di non abdicare alla prorpia intelligenza e alla propria dignità. Ergo: lei usando arbitrariamente il servizio televisivo pubblico ha offeso milioni di italiane e italiani.
Egregio segretario del piddì, scherzi a parte, non è consentito a nessuno scherzare con la vita anche di una sola persona. Si dimetta e tolga il disturbo. L’Italia non ha bisogno di giullari che dettano ancora legge per conto straniero.
Post scriptum
Egregio Renzi, se prima di darsi all’ippica vuole confrontarsi seriamente sull’argomento chemtrails in un ambito pubblico sono disponibile, ma almeno si faccia preparare dal suo consulente israeliano nel Parlamento italiano, esperto in economia.
approfondimenti:
PAROLA D’ORDINE IN ATTO: DIMEZZARE LA POPOLAZIONE MONDIALE
di Gianni Lannes
Tecnocrazia significa che il reale governo degli Stati non è in mano a coloro che sono stati eletti con i criteri della democrazia rappresentativa, bensì è detenuto da una ristretta cerchia di oligarchi (Rockefeller & Rothschild), proprietaria di banche, risorse energetiche, industrie farmaceutiche, e mass media, la quale resta nell’anonimato perché espressamente questo chiede ai direttori dei propri giornali e reti televisive “pubbliche” (sic!) e private, che, ad esempio, non debbono parlare criticamente delle riunioni del Bilderberg e della Trilateral Commission, nonché sfiorare le decisioni a porte chiuse del Codex Alimentarius, della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea, e così via.
Questi organizzazioni terroristiche a cui sono affiliati anche i vertici delle autorità italiane (in primis il presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta, come luiMonti, Prodi, e tantissimi altri ben integrati ai piani bassi dell’organigramma), del nuovo ordine mondiale ritengono che un eccesso di popolazione minacci il loro potere. E così gli obiettivi malthusiani vengano perseguiti dalla élite favorendo le guerre, la sterilità, le malattie, soprattutto il cancro.
Prendiamo in considerazione qualche elemento probante. Risale al 24 aprile 1974 il “Memorandum” per la Sicurezza Nazionale dal titolo emblematico:
«Implicazioni della crescita mondiale della popolazione per la sicurezza degli Stati Uniti e i suoi interessi all’estero». In questo memorandum confidenziale, desecretato nel 1989, Henry Kissinger proponeva «lo spopolamento (depopulation) dovrebbe divenire la prima priorità della politica USA verso il Terzo Mondo», in particolare verso 13 paesi, in testa ai quali c’è l’America Latina.
Kissinger trasformò poi questo memorandum in un manifesto ambientalista per l’allora presidente Jimmy Carter che si chiamava “Global 2000”: dove si prevedeva anche la scarsità alimentare programmata per ridurre la popolazione nel Terzo Mondo. Questo obiettivo è anche e tuttora in agenda di ONU, di UNFPA (United Nations Population Fund) e dell’UNICEF. Il programma di una riduzione demografica forzata è da allora più volte riemerso concretamente.
Altri due fatti incontrovertibili alla voce condizionamenti: il clan Rockefeller è proprietario dei suoli a New York dove è sorto il Palazzo dell’Onu (ho acquisito i documenti del governo USA). David Rockefeller ha finanzato anche Greenpeace. Singolare coincidenza: i cosiddetti “guerrieri dell’arcobaleno”, o meglio i caporioni, negano l’esistenza delle scie chimiche.
Robert Mc Namara, ex presidente della Banca Mondiale, ex segretario degli Stati Uniti e uno dei maggiori fautori del programma mondiale di vaccinazioni ha dichiarato:
«Bisogna prender misure drastiche di riduzione demografica, contro la volontà delle popolazioni. Ridurre il tasso di natalità si è rivelato impossibile o insufficiente; bisogna quindi aumentare il tasso di mortalità. Come? Con mezzi naturali: la carestia, la malattia».
Il vero pericolo c’è l’abbiamo in patria, e avanza inesorabilmente contro di noi: vale a dire una politica genetica fuori controllo che può introdurre (attraverso i vaccini e il cibo), ormai nei bambini, pericolose mutazioni genetiche, per finalità politiche che non vanno di sicuro nella direzione della salute, né della libertà e per mezzo dei questo è destinato a compiersi attraverso i programmi di vaccinazione pediatrica. Mai sentito parlare di una sperimentazione segreta sui bambini decollata nel 2006 sotto il secondo Governo Prodi (ministro della salute tale Livia Turco)? Per fortuna alcuni tribunali italiani (ultimo caso cronologico il Tribunale di Pesaro) hanno cominciato ricoscere il nesso di causalità tra vaccinazioni obbligatorie e autismo.
L’ulteriore passo della ricerca militare (gli Usa sono i maggiori produttori al mondo di armi batteriologiche e la nazione dove, per legge, le aziende farmaceutiche sono affiliate alle forze armate) è riuscito a trasformare l’agente patogeno in forma cristallina, in modo che lo si potesse veicolare senza deteriorarsi per irrorazione aerea, inserito nella catena alimentare oppure facendone come veicolo trasmettitore insetti come zanzare. Una tazza di questo agente è in grado di far ammalare l’intera popolazione del Belgio. Aumentandone la virulenza alla settima potenza l’agente procura deperimento fisico e depressione; all’ottava potenza è in grado di provocare la sindrome da affaticamento cronico (encefalomielite mialgica); alla decima potenza si ottengono i sintomi tipici dell’Aids, con morte entro un certo lasso di tempo.
Del micoplasma, derivato dalla brucella modificata e cristallizzata, il mondo medico non sa nulla, essendo tecnologia militare, non deve esser resa nota. Essa come tale è brevettata dall’esercito.

Nel febbraio del 1962 negli USA fu varato lo “Special Virus Cancer Program”, che ufficialmente si doveva occupare di ricerca anticancro, mentre poi è venuto a galla che esso fu varato dalla Cia insieme al National Institute of Health allo scopo di mettere a punto un agente patogeno contro il quale l’uomo non abbia alcuna immunità naturale. Questo tipo di ricerca è stato avviato al fine di “tenere sotto controllo la popolazione”. Provate a chiedervi per chi ha lavorato per anni ed anni, il famigerato Robert Gallo (alla voce HIV+AIDS). Nel 1997 il Pentagono ha rivelato che nel 1953 il governo americano chiese e ottenne da quello canadese di poter testare sui 500 mila abitanti della città di Winnipeg una nuova arma chimica, il cancerogeno solfuro di zinco cadmio, che fu spruzzato dagli aerei per 36 volte successive. Al sindaco della città fu detto che si trattava di una nebbia chimica che avrebbe protetto la città da un possibile attacco nucleare.Per la cronaca documentata: nel 1963 la Nasa in collaborazione con diverse università europee ha varato in Sardegna – su aree abitate – il primo esperimento in Europa di irrorazione aerea con il bario, una sostanza tossica che provoca malattie neurodegenerative come attesta la letteratura scientifica.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/11/esperimenti-segreti-in-sardegna-made-in_25.html

Veniamo al dunque: l’aerosolterapia bellica. Si tratta delle scie chimiche rilasciate quotidianamente da numerosi aerei che solcano i cieli di gran parte dle mondo, compresa l’Europa e soprattutto l’Italia. Non è vapore acqueo, o residuo della combustione del motore; ne è prova il fatto che persistono a lungo in cielo, a bassa quota, mentre le scie di condensa si originano a quote superiori agli 8 mila metri di altitudine e con determinate condizioni metereologiche. Gli aerei cisterna privi di contrassegni di identificazione (pur obbligatori in base alle norme internazionali) che nebulizzano quotidianamente i cieli di Gaia volano infatti nelle aerovie militari, notoriamente sottostanti a quelle civili. Chi minaccia come Matteo Renzi dal salotto della Rai (Ballarò) – per giunta senza contraddittorio – di trattamento sanitario obbligatorio i testimoni del pericoloso fenomeno (iscritti al PD), o farnetica da siti online spazzatura come Giornalettismo.com, fa alla prova dei fatti soltanto disinfomazione e non ha alcun rispetto per la vita. Queste scie contengono particolato metallico, in particolare bario, alluminio, litio, torio radioattivo, polimeri artificiali eccetera.
Quando era ministro Antonio Di Pietro ebbe a dichiarare pubblicamente che si trattava di “una tecnologia militare che doveva restare segreta”. Ebbene chi ne è al corrente all’interno delle istituzioni dello Stato tricolore, dorme sonni tranquilli, pensando che si tratta di una tecnologia militare volta a proteggerci, oppure volta a migliorare la nostra salute. Assodato che esiste una ricerca bellica a perfezionare armi biologiche per la guerra e per la drastica riduzione della popolazione mondiale, dobbiamo chiederci se la presenza sempre più persistente di scie chimiche nei cieli sia puramente casuale. Infine, qualche esperto intruppato spieghi al popolo sovrano la genesi del terremoto registrato – dall’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia – il 16 dicembre 2013 nel Golfo di Napoli, con ipocentro (profondità) a zero chilometri.
La paura collettiva è la più potente arma di controllo delle masse, mentre la soluzione universale che stanno approntando è l’intaurazione di un nuovo ordine mondiale. Altro che complottismo. Allora, non possiamo arrenderci senza combattere. Giù la testa criminali planetari: siamo alla resa dei conti. Popoli di Madre Terra: SU LA TESTA!
RIFERIMENTI:
fonte http://terra2000.altervista.org/scie-chimiche-accordo-germania-usa-per-spargere-bario-nellaria/

Preso da: http://www.complottisti.info/parola-dordine-in-atto-dimezzare-la-popolazione-mondiale/

Tutti gli affari (e i segreti) delle coop rosse

 

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Intervista di Federico Bisceglie a Antonio Amorosi

Di Federico Di Bisceglie

Non ci immaginiamo neanche quanto il business delle coop sia ampio e quanti soldi si muovano attorno a queste vere e proprie holdingche dietro alla bella faccia pulita dell’agire sociale e del mutualismo maneggiano risorse economiche impressionanti. Ma impressionanti è dir poco. Infatti come si evince dal libro di Antonio Amorosi “Coop Connection” presentato mercoledì sera a Ferrara, su iniziativa dell’associazione “Attiva Ferrara”, il fatturato complessivo ammonterebbe a 151 miliardi, vale a dire l’8% del Pil, ovvero più del Pil complessivo dell’Ungheria e come la somma dei Pil di Slovacchia, Croazia e Bulgaria. Un impero da più di un milione e duecentomila dipendenti.

Ma cosa ancor più grave è la provenienza di questi soldi. Il senso comune ci porterebbe a pensare che il fatturato delle cooperative rosse sia da attribuire agli incassi dei supermercati. Ma non è così, spiega Amorosi nel suo libro: tramite diversi escamotage e costituzioni di società, fanno fruttare il loro danaro grazie agli affari in borsa. Ben 889 milioni di euro fruttano gli affari borsistici. Mentre i supermercati “solo” 240 milioni. Per non parlare dei libretti “prestito sociale”, altra attività che per legge le cooperative non potrebbero fare e che arrivano ad un capitale complessivo di 10,8 milioni. Ma se consideriamo che 1 italiano su 3 va alla coop e 1 su 5 ha la card, tutto torna. O forse no. Come ha spiegato Amorosi, la grande forza delle coop sono stati gli spot pubblicitari che negli anni si sono succeduti, che hanno fatto passare il messaggio che alla coop ci si sente tutelati, come essere a casa. Per quanto riguarda il regime fiscale al quale le coop sono sottoposte lo scenario è impressionante: si apprende infatti dalla presentazione del volume che le società mutualistiche sono tassate solo su una parte del fatturato complessivo, per arrivare ad esenzioni totali o quasi. È incredibile. È un sistema oscuro che non si conosce e che per la prima volta Amorosi cerca di spiegare. Tra l’altro non tralasciando un sistema corruttivo con il quale il sistema cooperativistico agisce su amministrazione pubblica, imprenditoria e uffici amministrativi. “Il sistema Emiliano”. Ecco cosa ci ha raccontato l’autore…
Lei è stato assessore alle Politiche Abitative al comune di Bologna: cosa significa vivere dall’interno queste dinamiche inerenti a coop rosse e politica?
«Diciamo che ho vissuto queste cose da un punto di vista prima esterno poi interno. Nel senso che rivestire un ruolo istituzionale ti rende osservatore da un punto di vista privilegiato. Nel senso che tocchi con mano la realtà. È come essere in un film del quale sei attore e regista».
Qual è stato dunque il motivo principale della stesura del libro?
«Il libro nasce dall’esigenza di raccontare un mondo che non si conosce. Portando la mia esperienza e avendo avuto la grande opportunità di fare l’assessore e quindi andando a fondo nella descrizione del fenomeno è soprattutto delle dinamiche interne».
Quanto ha impiegato a completare il volume?
«Il lavoro ha richiesto un periodo intenso di ricerche e approfondimenti, per cui direi circa un anno».
Questo libro è figlio di Tangentopoli?
«È figlio della parte che non si è vista dell’inchiesta milanese del ’92. È figlio della parte vincente, ovvero del racconto di una realtà che non potevamo nemmeno immaginare. La realtà che non si conosce. Perché ci hanno sempre fatto credere alla logica spottistica di “persone oltre le cose”».
È il consociativismo?
«Il consociativismo è come l’aria che respiri nel libro. Ma questo problema non c’è quando si parla di un mondo chiuso e ristretto come quello delle cooperative del quale anche i nemici possono far parte. Se si guarda ad esempio all’evoluzione dell’imprenditoria italiana si capisce tutto. I grandi imprenditori sono andati con il “cappello in mano” a chiedere di poter partecipare ai grandi appalti delle cooperative, proprio grazie alla forza di queste ultime. Basate principalmente su una logica che parte dal locale e che si estende su larga scala al nazionale. Nel libro racconto la storia dei grandi appalti. Lo Stato ha una disponibilità di 2852 miliardi e per il 75% sono stanziati fra centro e nord Italia. Dove stanno i grandi imprenditori, le cooperative e la mafia. L’unica mosca bianca che si distingua da questo sistema, oltre a Luxottica, è Esselunga e Caprotti».
A seguito della pubblicazione del libro ha ricevuto minacce?
«Minacce vere e proprie no. Diciamo lettere minacciose, che non si sono ad oggi trasformate in querele o altro».
Anonime immagino…
«No, firmate da persone coinvolte nel libro».
Progetti per il futuro?
«Beh, ne ho diversi. Il libro è già stato adottato per uno spettacolo teatrale, per arrivare a colpire , in maniera diversa, un pubblico più vasto su questa problematica».
Future pubblicazioni?
«Ho qualcosa in cantiere, ma ci vuole tempo e soprattutto un grande impegno nell’ambito della ricerca, insomma ancora tutto da definire».